Ma che meraviglia il catfight tra Marco Travaglio e Alessandro Sallusti per amore del premier (al maschile) Giorgia Meloni. Già da qualche giorno Dagospia raccontava di una corrispondenza inedita di amorosi sensi tra il direttore del Fatto Quotidiano (con sommo dispiacere, immaginiamo, di Selvaggia Lucarelli e Natangelo) e “il” Giorgia Meloni. Ma non potevamo immaginare il guanto di sfida – anche romantico in qualche maniera – del direttore del Giornale, oramai vero house organ del governo. Così abbiamo due direttori di due quotidiani molto letti, che appaiono spesso in televisione, che sono capaci (credici) di dirigere l’opinione pubblica, che metaforicamente fanno la lotta nel fango per chi vuole più bene a Giorgia Meloni. Ed è un peccato, ma davvero un peccato, che Alessandro Sallusti non abbia un capello che sia uno, perché Marco Travaglio che si lancia con tutto il suo impeto retorico contro “la capella” di Sallusti sarebbe stato uno spettacolo stracult! Forse potrebbe – ma è solo un consiglio – prendergli a scudisciate la pelata con uno di quei sex toys che servono per lo spanking. E insomma, Sallusti vuole l’esclusiva: lui e solo lui può volere bene a Giorgia Meloni, e se Marco Travaglio (che è stato sempre di destra, non dimentichiamolo, con la sua venerazione per Indro Montanelli) dice che anche lui vuole bene al Meloni, apriti cielo! Sallusti accusa addirittura Travaglio di portare sfiga, di dare i “baci della morte”, vecchio trucchetto che si usò contro il vecchio caro Giuliano Ferrara e i suoi impuri innamoramenti. Ma cosa ha fatto il Travaglio per fare inalberare Sallusti a tal punto di graffiarlo nella faccia? Ha detto che Giorgia Meloni è “una tipa sveglia”, il che non sarebbe neanche una notizia: è diventata premier tanto cretina non deve essere. Però questo ha il giornalismo di oggi nel suo delirio: si crede di essere esso stesso il fautore di fortune e disgrazie dell’agone politico.
Così, una semplice affermazione, anche banale, “la Meloni è sveglia”, è capace di fare inalberare Sallusti che con il suo giornale, e il suo proprietario, l’ex barelliere in occhiala scura e Ferrari, Antonio Angelucci, dallo stile inquietante (a me fa paura), vuole essere l’aedo incontrastato di Giorgia e in questo ci fa tenerezza, come un aspirante amante che scopre, all’improvviso, di avere della concorrenza. Ci possiamo domandare, a tempo perso, perché la stessa gelosia non viene usata dal Sallusti nei confronti di Mario Sechi: probabilmente il calvo Sallusti ritiene che lo strabismo del bravo Mario lo ponga fuori da una vera competizione di corteggiamento. Ed è una meraviglia che un pelato, uno strabico e un Travaglio siano al momento in lotta nel fango per l’amore di Giorgia. Sì: Travaglio, pur nel suo endorsement, tiene a precisare che non è d’accordo con l’azione politica del governo. Ma come si sa, l’endorsement dell’opposizione è molto più gradita dell’endorsement, banale e ovvio, dei quotidiani già schierati e già ovvi. Noi di MOW, al solito, l’ipotesi la facciamo: con tutti i litigi all’interno della maggioranza, Travaglio vuole portare la testa di Giuseppe Conte a fare da stampella laddove Forza Italia se ne andasse per i fatti propri, magari col Pd, magari con la manina di Matteo Renzi? Quello che però ci auguriamo è un catfight clamoroso, in cui Mario Sechi non riesce a colpire nessuno, Travaglio non riesce a tirare le capelle di Sallusti, e Sallusti se ne sta lì: a lisciare la pelata contro un giornalismo ridicolo.