Dei fan si sono gettati per un selfie su Maria De Filippi, neanche fosse l’apparizione di una Santa, durante la camera ardente per Maurizio Costanzo. Maria si era detta scioccata il giorno prima, ma questo non sembra aver fermato alcuni che l’avranno avvicinata così: “Condoglianze. Posso farmi un selfie con lei?”. A Costanzo ancora fumante, si chiede a Maria di essere la signora che appare in TV. E lei, occhiale da sole nero, rivolta verso una colonna di sconosciuti che se ne muoiono di stringerle la mano (più o meno sinceramente addolorati per la sua perdita), non delude le aspettative, mostrando cosa sia lo stile. È scoppiato lo scandalo, ma d’altra parte non c’era da aspettarsi molto altro. La camera ardente è pubblica, ci mancavano solo un cartello luminoso e un tizio travestito da mascotte che ti invitasse a entrare.
Certo, c’è una assenza di tatto e di buoncostume, diranno. Non può neanche piangere in pace che la gente, imboccata dalla mattina alla sera dai suoi programmi (in un palinsesto serratissimo che, pare, le abbia fatto rinunciare tempo fa anche a un canale tutto suo su Sky), mostra quella stessa mancanza di senso della misura che i partecipanti ad Amici, Uomini e Donne e C’è posta per te hanno sempre manifestato. Perché stupirsi, allora, che Maria abbia tollerato ciò che normalmente tollera nei suoi studios? Sarebbe come lamentarsi che i fan di Maria facciano i fan di Maria. A dover incuriosire, piuttosto, è un altro fenomeno Tik Tok, ben diverso dal selfie con bara sullo sfondo. O forse no…
Perché in effetti invece che apatia o cinismo, i “mariani” potrebbero rientrare tranquillamente in qualche categoria sociologica o antropologica. A dimostrarlo sarebbe proprio un nuovo filtro del social cinese. Il Green Screen Scan. In due parole? Risuscita i morti. In più parole? Anima delle foto, ti permette di fare un selfie con un tuo defunto. Più chiaro? Inquadrate con il cellulare una foto di un vostro caro, e la foto inizierà a battere gli occhi. Cosa vuol dire? Intanto che i selfie con Maria sono davvero il meno. Certo, nel caso del filtro, si presume che uno lo faccia con un proprio affetto e che dunque sia affar suo se usarlo o meno. Mentre invece non è che Maria abbia chiesto un selfie a se stessa. Ma poniamo che qualcuno voglia usare il filtro per far battere gli occhi, un’ultima volta, al suo idolo di gioventù che (anche se poco probabile) potrebbe essere proprio Costanzo. Immaginate in trend i video dei mariani e gli hashtag #Costanzoredivivo #mariasiamoconte #foryou, con loro che abbracciano un finto Maurizio, o si fanno strizzare l’occhio dal marito della vedova.
Ci si dovrebbe chiedere cosa possa portare a tutto questo. E in particolare quanto sia lecito. La morte è un evento pubblico? In molti casi sì, basti pensare alle guerre o alle carestie (e ai giornali, altrimenti noiosissimi, rattoppati dalla cronaca più nera che più nera non si può). Ma le morti dei cari, di zii e parenti, sono affare di tutti? È così? Certo, la pandemia ha dato un taglio a molti aspetti un tempo tipici del concetto di privacy. Persino al critica sociale ha tentato di muoversi sul sottile confine tra le inefficienze del governo e l’impossibilità di vedere i propri cari ricoverati, usando così una storia personale (e privata) per un discorso eminentemente pubblico. Sì, dovremmo chiedercelo. Potremmo chiedercelo. Ma intanto che ci chiediamo se sia lecito o meno chiederselo, il fenomeno spopola nelle mani di non dubitanti, dei vostri figli che con gli occhi e le guance lucide si fanno un selfie con il nonno che non c’è. E molto presto potrebbe toccare anche a voi.