Nell'infausta prima serata di mercoledì 10 aprile, su Italia 1 è andato in onda il nuovo perdibilissimo esordio de 'La Pupa e il Secchione'. Per la conduzione di Enrico Papi, lo show torna a infestare il palinsesto della 'rete giovane' del Biscione. Ed è subito sfacelo: alla prova dell'Auditel, si ferma sotto il milione di telespettatori. E nemmeno questi si meriterebbe. Budget da sagra al paesello nelle domeniche d'agosto, perenne eco nel tetro studio vuoto (senza pubblico), un presentatore sempre su di giri chissà perché e tre giurati (Candida Morvillo, Aldo Montano, Paola Barale) che assistono all'orrore come mainchini dimenticati nel retro di qualche tunnel degli orrori alle giostre di provincia. Il format, forse valido nel 2006 ma oggi indigeribile per ben più di una ragione, quasi non esiste nemmeno. Assistiamo allo sfilare di bone buzzicone, le pupe, con nerd senza speranze al seguito. L'ignoranza del primo dei citati fenotipi è spossante e non fa ridere mai. L'estrema ritrosia del secondo, invece, sa anche lei di artefatto copione alla naftalina. Perché andare in tv se si è troppo timidi per salutare perfino la portinaia di casa? Chissà. Ciò che colpisce, scritto nell'accezione di scudisciar le cornee, davvero però è l'insistenza sulle grazie delle concorrenti che ogni due per tre improvvisano stacchetti sexy in costume, dentro casa, semi-biotte e burinissime. Lungi da noi esser bacchettoni, ma una semplice domanda sorge: che fine ha fatto la sobrissima nuova linea editoriale contro trash ed eccessi che Pier Silvio Berlusconi ha inflitto a reality e trasmissioni Mediaset?
La Pupa e il Secchione esordì nel 2006 con una prima edizione che rese il format un piccolo (s)cult televisivo. Alla conduzione, c'era già già Enrico Papi a cercare di domare coppie di concorrenti suddivise tra galline bone e nerd tout court. L'oceanica ignoranza delle prime, all'epoca, faceva ridere, mentre l'inabilità alla vita dei secondi, pure. Oggi, anno delle Signore 2024, provoca orticaria vedere fanciulle che recitano (si spera!) la parte delle oche giulive tutte botox e zero neuroni. Possibile mai che per riconoscere Napoleone Bonaparte, Madre Teresa di Calcutta o Samantha Cristoforetti abbiano bisogno dell'insegnante di sostegno? Considerato poi che tale insegnante di sostegno, in tanta sciagurata occasione, risponde al nome di Enrico Papi, gradevole quanto una vuvuzela quando percula gli sciagurati partecipanti alla "gara" pensandosi Paolo Bonolis. Ciao, Darwin. L'involuzione della specie, quella del conduttore, è tra noi. In tutte le sue più dolorose sfaccettature possibili.
Le prove fisiche imposte ai secchioni, ovviamente fuori forma perché non si può essere sia intelligenti che belli (e viceversa), sono prese in prestito dalla naja militare e sanno ogni secondo di bieca umiliazione. Mai quanto i balletti che questi sciagurati si ritrovano costretti a zoppicare a favor di telecamera, controvoglia. Il tutto mentre le 'loro' pupe li sfottono, come se avessero qualche cosa, pure una cosa qualsiasi, di cui vantarsi e potersi dire migliori. Innumerevoli e immotivati, diciamo così, i balletti in cui le girls si producono arrampicandosi sulle scrivanie dei "partner" occhialuti che finalmente possono dare una sbirciata sotto alle gonne di costoro, emozionandosi assai. Evviva.
Se i contenuti sono desolanti e sembrano appartenere al Pleistocene della nostra tv, la pochezza di mezzi con cui la trasmissione è stata, di riffa o di raffa, realizzata è da far sanguinar le cornee: studio enorme e completamente vuoto, falcidiato da fastidiosissima eco a ogni respiro dei coinvolti. Abbiamo visto intere edizioni streaming di Miss Italia messe insieme con maggior cura. Ma pure lo straziante Una Voce per San Marino, a dirla tutta, a confronto sarebbe da Telegatto immediato. Le pareti dello studio sono nere, plumbee almeno quanto l'umore dei giurati Candida Morvillo, Aldo Montano e Paola Barale. Lì a far niente, non intervengono quasi mai durante la "gara" anche perché proprio nulla c'è da commentare con espressioni ripetibili sulla tv nazionale, sperando che passi presto e che il bonifico venga versato sul loro conto ieri l'altro.
Previste cinque puntate, ossia cinque settimane in cui le "coppie" vivranno insieme in casette studiate ad hoc per metterle in imbarazzo. C'è una stanza piena di libri e, ovvio, le pupe ne hanno terrore sommo. Manifestando il proprio credibilissimo straniamento con gridolini e risate nervose. Il focus della trasmissione, chiaro, è mostrare come i partecipanti si preparino per la notte, con generosi primi piani sulle grazie anatomiche di lei e sull'eccitazione malriposta di lui che è lì, vede tutto, ma non può. E nemmeno il telespettatore può. Guardare 'sto porcile inverecondo. Ci sono, alle volte, pretestuose sfide fisiche o di "cultura generale", sempre ammesso che essere in grado di riconoscere il termine "pinacoteca", con ben tre opzioni a disposizione, possa fare di chiunque un giovane Einstein. Pier Silvio Berlusconi cosa fa di mercoledì sera? Tiene padel con gli amici? Chissà. Speriamo almeno che riesca a buttare un occhio alla emorragia di ascolti straripata e certificata questo giovedì mattina. Cinque puntate sono troppe per un programma che a malapena è riuscito a metterne insieme una. Pietà. Che poi, a margine, se fossimo in Alfonso Signorini e Vladimir Luxuria costretti a condurre messe cantate cercando ogni secondo di fare slalom tra extension strappate, fanghiglia e pruriti vari dei cafonissimi concorrenti che pur avevano a disposizione, a vedere 'sto scempio in libertà su Italia 1 saremmo scornati assai.