La discesa in politica di Pier Silvio Berlusconi nell’ultimo periodo sembra quasi una certezza. Secondo alcuni rumor sembra che lui abbia fatto realizzare anche dei sondaggi personali su quanto sposterebbe il suo personaggio tra le fila di Forza Italia. Noi ne abbiamo parlato a luglio, poco dopo la morte di Silvio Berlusconi, e ora lo scenario si potrebbe palesare. Così abbiamo chiesto a Lorenzo Pregliasco, esperto di statistiche e fondatore di YouTrend, portale di riferimento per l'analisi politica, di darci una stima, in termini di voti e percentuali, dell’apporto eventuale di Pier Silvio Berlusconi in politica. E quando potrebbe avvenire? “Dopo le elezioni europee è una buona finestra, soprattutto per fare un lavoro di ricostruzione e di consolidamento”. Poi ci ha svelato che le discussioni all’interno del centro destra, soprattutto tra Matteo Salvini e il premier Giorgia Meloni, in realtà altro non sono che “normali schermaglie che fanno parlare noi ma non toccano gli elettori”. E la sinistra? I dati dicono che Giuseppe Conte ed Elly Schlein insieme arriverebbero al 35%. Ma se si unissero in una coalizione, siamo sicuri che quel numero rimarrebbe tale? O rischierebbe addirittura di calare? Ecco tutti i numeri e gli scenari.
Lorenzo Pregliasco, si parla di discesa in campo quasi certa di Pier Silvio Berlusconi. In termini di voti quanto potrebbe valere questa mossa?
Partiamo dal presupposto che stiamo ragionando su uno scenario ipotetico, per cui non sappiamo come gli elettori reagirebbero di fronte ha questa discesa in campo. In questo caso c'è un tema di nome, perché il nome di Berlusconi può spostare nell'elettorato di Forza Italia, che è rimasto orfano del proprio leader. Anche se la Forza Italia di oggi sta cercando di proporsi come un partito che può offrire un qualcosa anche ai non berlusconiani della prima ora, quindi un'idea di centrodestra più moderato rispetto alla Lega e a Fratelli d'Italia. Credo sia abbastanza ragionevole stimare il “fattore Berlusconi” attorno all'1%. Resta da capire se Pier Silvio è in grado di interpretare quest'area, quindi spostare quei voti all'interno del bacino di Forza Italia. Mi stupirebbe se Berlusconi riuscisse ad andare oltre quella percentuale, proprio perché molti berlusconiani sono già all'interno di quell'8% che attualmente ha il partito.
Gli ultimi sondaggi vedono però Forza Italia già di per sé in crescita.
Secondo la nostra super media c'è un piccolo sorpasso di Forza Italia rispetto alla Lega: il primo partito è all'8,2% mentre il secondo all'8,1%, per cui un minimo di spostamento c'è stato. Resta il fatto che sono vicinissimi, infatti in questo anno e mezzo ci sono stati massimo due punti di scarto tra Lega e Forza Italia. Rispetto a sei mesi fa è comunque in crescita Forza Italia. Quindi abbiamo una lenta e modesta crescita del partito di Tajani, come un modesto e lento calo nel partito di Salvini. Sono variazioni minime, ma questo trend si intravede.
Il tempismo è tutto: possibile che accada proprio dopo le europee?
Da un lato ci sarebbe un elemento positivo, perché non ci sarebbero elementi elettorali così importanti per un po’ di tempo. Se quindi si vuole andare a fare un lavoro di ricostruzione e di consolidamento, quella può essere una buona finestra e non ci sarebbe la pressione di immediate tornate elettorali. Ma dipende anche da come andrà a Forza Italia alle europee. Se Forza Italia andasse molto bene ci sarebbe un certo clima, ma, se andasse peggio del previsto alle europee, anche se sembra improbabile visti i sondaggi, la sopravvivenza di quel partito potrebbe essere anche un po’ a rischio. Questa cosa si era detta molto dopo la morte di Silvio Berlusconi, anche se finora sembra che stia tenendo.
Perché a rischio? Non dimentichiamoci che Berlusconi è morto a giugno 2023.
Nei sondaggi sta reggendo bene, anche in alcune elezioni locali, ma poi bisogna vedere i voti delle europee. Se per qualche motivo dovesse deludere alle europee, magari anche all'interno del partito qualcuno comincerebbe a guardarsi intorno. Questi sono tutti scenari che vanno tenuti a mente e che sono possibili. Ripeto che però, al momento, basandoci sui sondaggi e sui piccoli segnali che arrivano dalle elezioni locali, questo non sembra possibile. Ma basta un nulla in politica a far cambiare il vento e a farci rimangiare tutte le previsioni che avevamo fatto. Guarda che cosa è successo con la Sardegna, che ha rovesciato tutti i ragionamenti, che poi sono cambiati ancora una volta la settimana successiva.
Conte e la Schlein, insieme arrivano circa il 35%. Che cosa verrebbe fuori da un'alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle? E, soprattutto, considerate alcune divergenze ideologiche, e un'alleanza possibile?
Per parlare di alleanza ci vuole un contesto in cui farla vivere, perché alle europee i partiti corrono da soli, c'è un proporzionale, non ci sono alleanze o coalizioni. Quindi quello delle europee non è uno scenario che ci può far vedere qualcosa da questo punto di vista, anzi, incentivano alla divisione. L'ipotesi dell'alleanza la vedi alle politiche, quando saranno, ovvero tra tre anni e mezzo.
Beh, lo si vede anche facendo opposizione. Si può fare singolarmente o uniti.
Sì, lo si può intravedere in quel caso. Ma non considero probabile che, in assenza di un'alleanza elettorale, Pd e 5 Stelle rinuncino alla propria autonomia e identità. Magari quando ci saranno le elezioni politiche cominceremo a intravedere dei segnali di sintonia, ma non è un qualcosa che ci possiamo aspettare adesso. Ci sono poi le elezioni locali, dove abbiamo visto che in ognuna si vota con una coalizione diversa, e mi pare molto che il campo largo lo voglia il Pd e non il Movimento 5 stelle. Tornando alla tua domanda sulle percentuali, credo che una parte degli elettori di Conte non sia favorevole a un'alleanza con la Schlein, è questo il punto centrale e lo si è visto anche nelle elezioni in Abruzzo. C'è una parte degli elettori del Movimento 5 stelle che alle politiche li ha votati perché il loro correvano contro il Pd. Quindi, se ci fosse un'alleanza, non so se tutti voterebbero nuovamente il partito di Conte.
Mi stai dicendo che quel 35%, se si alleassero, non resterebbe tale?
La somma aritmetica ci dice 35%, ma la somma politica reale credo sia minore rispetto a quella percentuale. Perché, nel momento in cui ti allei, perdi qualcosa per strada.
Tornando al centrodestra, è solo vox populi il fatto che la Lega dia così fastidio alla Meloni?
Penso che se la Meloni avesse la bacchetta magica preferirebbe non avere la Lega al governo e in maggioranza. Ma i numeri ci dicono chiaramente che, senza la Lega, la maggioranza non c'è In Parlamento, per cui credo che la Meloni faccia buon viso a cattivo gioco. Questa dinamica credo poi che continuerà e si rafforzerà in vista delle europee, perché Salvini ha bisogno di distinguersi dalla Meloni per ragioni elettorali. Ci saranno quindi schermaglie e piccoli sgambetti, ma io non capisco proprio perché dovrebbe saltare il banco. Se non succede qualcosa di davvero forte, andranno avanti, continueranno ad esserci delle piccole scaramucce, ma agli elettori dei due partiti questo interesserà relativamente. Io sinceramente in queste piccole scaramucce non ci vedo alcun rischio elettorale, sono più delle questioni che fanno parlare noi, ma non credo che agli elettori arrivino o importino più di tanto.