L'impresa qui è riuscire a dar conto di cotanto qui pro quo senza tracimare nella blasfemia. Ce ne facciamo carico perché la storia merita assai. Nella serata del 29 marzo, Venerdì Santo, la pagina Facebook di Radio Maria si è vista interrompere la diretta della Via Crucis da Medjugorje. Anzi, il post è stato proprio oscurato dalla piattaforma per i seguenti motivi: "possibile condivisione di immagini di nudo o atti sessuali". I social media manager dell'account mariano, ovviamente, non ci stanno. E, 18 ore più tardi, pubblicano un piccatissimo status di scuse ai devoti, con frecciate passivo-aggressive alle policy bigotte di Zuckerberg & co. "Forse #Facebook non sa che il Cristo fu spogliato delle vesti ma le parti intime sono rimaste coperte da panni. E pensare che è morto in croce anche per loro!", vergano al vetriolo, scontentissimi, a corredo dello screen con cui annunciano urbi et orbi il maltorto e le motivazioni addotte dal social blu. Ebbene sì, alla vigilia della Santa Pasqua, il sempre zelante algoritmo di Facebook ha censurato Radio Maria considerando i suoi contenuti un pop porno.
"Chiediamo scusa a tutti gli amici che seguivano la prima parte della Via Crucis in adorazione del Signore in Croce. Facebook ha eliminato il post per 'Contenuto immagini nudo'. E ha ristretto i parametri di visualizzazione. Naturalmente noi riattiveremo la diretta ogni volta". Radio Maria, novella Braveheart contro il sistema dell'algoritmo bigotto è la favola di Pasqua che non sapevamo di meritare, ma ora sarà impossibile levarcela dalla testa ogni secondo. Oro puro. E anche le reazioni dei devoti non sono certo da meno.
Al momento, il post che denuncia la censura di Facebook contro la Via Crucis ha ottenuto un migliaio di "grr reaction". Loredana scrive: "Se censurano anche il Cristo in croce, non ci dobbiamo più meravigliare di nulla!", mentre Alessandro invita al boicotaggio: "Sarebbe da uscire tutti da sto social!". Non sappiamo quanto tale 'soluzione' farebbe contenta la stessa pagina di Radio Maria, ma proseguiamo comunque, senza paura. Artemia la butta sulla mistica, a lei l'ideale premio per il commento più secchion-cattolico possibile: "Gesù è lo stesso ieri e oggi: perseguitato e messo in Croce. Quella stessa Croce che, come il Cireneo, dobbiamo portare (emoji cuore rosso + emoji colomba della pace)". Artemia prima della classe a catechismo, non si discute. Ha studiato.
"Cristo è censurato ma le donne nude e volgari no!", prosegue accigliata Rosamaria. Mentre Michela passa alla rappresaglia social: "Io intanto ho cominciato a segnalare pagine di nudi femminili che cercavano clienti paganti. Voglio vedere come va a finire, adesso!". Infine, Daniele commenta di aver previsto tutto e forse pure per questo, si sente di lasciare un messaggio di speranza, di resilienza: "Abbiamo appena compreso dalla lettura della Passione di Cristo che Satana si scatena appna prima della Pasqua. Si può contercere e dare fastidio finché vuole, tanto ha perso! Non mi rovinerà la festa della Resurezione!". Facebook come Mefisto è un nuovo, interessantissimo modo di vedere la questione, va detto.
Alla vigilia del giorno della Santa Pasqua, la battaglia non è più #FreeTheNipples, ma #FreeTheJesus. Capezzoli compresi, immaginiamo. Un cortocircuito spassosissimo, con tutto il rispetto per i fedeli scornati dall'ingiustizia subita, s'intende. I devoti hanno potuto seguire solo metà della Via Crucis in diretta da Medjugorje per via di un algoritmo decisamente troppo bigotto che non è stato in grado di riconoscere la differenza tra il Cristo e una qualsiasi 'modella' di OnlyFans in cerca di prede dal portafogli generoso. Quando la realtà supera la fantasia, il Metaverso, un qualunque brillante monologo di stand up comedy. Sentitamente, ringraziamo.