"Non sa più vincere", "battuto da uno sconosciuto", "perde ancora": essere Marcell Jacobs, dopo gli ori olimpici di Tokyo, significa trovarsi a cospetto di titoli di questo tenore e dubbi di ogni genere quando i successi non arrivano. Come domenica agli Assoluti indoor di Ancona, battuto per un centesimo da Samuele Ceccarelli sui 60 metri piani (6"55 il crono di Jacobs, 6"54 per il vincitore, 23enne di Massa, studente di Giurisprudenza a Pisa), cosa che, da un italiano, non gli accadeva da 17 mesi, quando fu Tortu a chiudere davanti a lui. Pazienza che poi il tempo fosse il medesimo capace di dargli il titolo agli Assoluti indoor nel 2021 e nel 2022, ma esistono anche gli altri e, a volte, gli altri vanno più veloci. Di più: una manciata di giorni fa, al meeting di Lievin (dove aveva vinto nel 2022), Jacobs aveva perso l'imbattibilita sui 60 a livello internazionale contro il keniota Ferdinand Omanyala, e tanto basta per suggellare, almeno nell'immaginario collettivo, la crisi. Possibile? In qualche modo sì. Occhio però, perché esistono una serie di alibi e di aspetti cronologici sufficienti a rivalutare anche risultati non esattamente eccellenti.
Ora, tutti abbiamo negli occhi il Jacobs di Tokyo 2021, straordinario e probabilmente irripetibile, un Jacobs che, per sua stessa ammissione, non avremmo avuto se non ci fosse stata la pandemia e i Giochi non fossero stati posticipati di un anno. Pare una giustificazione, ma in realtà le aspettative nascono da lì, dall'idea che un oro olimpico nei 100 metri, alla Bolt, non possa non vincere, eppure non ha troppo senso parametrare il Jacobs pre Tokyo a quello post. Già il 2022 per il più iconico velocista azzurro era stato piuttosto travagliato. L'annata era stata ricca di infortuni e problemi di varia natura: una gastroenterite figlia di una tappa del Continental tour a Nairobi, la distrazione-elongazione di primo grado del bicipite sinistro a maggio e la conseguente rinuncia a tre tappe della Diamond League, un problema al gluteo a giugno, un fastidio al polpaccio sinistro agli Europei in agosto. Fuori dalla finale dei 100 ai Mondiali di Eugene, nonostante tutto (corse con una fasciatura al polpaccio) Jacobs vinse in 9"95 l'oro europeo e in precedenza aveva vinto pure l'oro iridato indoor, ma per tutta la scorsa annata le critiche sul suo stato di forma e anche sull'allenamento furono feroci, come si conviene a un oro olimpico rimasto troppe volte fuori dalla contesa.
Un fastidio muscolare è probabilmente alla base anche dell' argento di Ancona: il tape staccatosi dalla sua coscia sinistra a fine gara racconta qualcosa già di suo. Proprio qui è il problema: ripetuti fastidi muscolari potrebbero essere il sintomo di qualcosa che non va, come qualcuno sostiene, anche in termini di preparazione. Resta, tuttavia, un dato: il Jacobs di Tokyo non si è mai più visto. E il 2023 non è certo iniziato nel migliore dei modi.