L’Emilia-Romagna colpita dall’alluvione è quella della gente che sorride, delle vacanze in riviera e quindi dell’estate, di gente che si organizza. Di sburoni, come dice Paolo Cevoli, e di piloti come Marco Melandri, nato e cresciuto in quella Ravenna che sta vivendo giornate durissime. “Una situazione surreale, da film”, ci dice subito quando lo raggiungiamo al telefono per sapere come sta vivendo in questi giorni. “Sono in contatto costante con mia sorella, mio padre e i miei amici che la stanno vivendo in prima persona ed è drammatico. Era impensabile che succedesse una cosa del genere. Speriamo che il meteo ci dia una tregua, ne abbiamo bisogno”. Marco è sinceramente dispiaciuto e pure decisamete preoccupato, anche se cerca di non darlo troppo a vedere. Sui social però non nasconde la rabbia per quello che, secondo il direttore di Open Franco Bechis, si sarebbe potuto evitare impiegando del denaro fornito dallo stato per la manutenzione e la messa in sicurezza dei corsi d’acqua della Regione.
Marco, con l’alluvione è riemersa una polemica sui 55 milioni di euro che sarebbero serviti per fare prevenzione e che, invece, sono stati restituiti dalla Regione allo Stato, una storia di cui hai parlato anche tu sui social.
“Io di politica non mi interesso e non mi sono mai interessato, credo che tra destra e sinistra non cambi nulla. L’Italia è agli ordini di chi ci comanda. Questa storia dei 55 milioni non è un’idea mia, ne hanno parlato i giornali: era denaro destinato alla prevenzione che non è stato sfruttato. Resta il fatto che la situazione ora è devastante. Quello che mi fa ben sperare è che l’essere umano quando tocca il fondo si rimbocca le maniche e riparte. Ho visto che tutti stanno aiutando, stanno facendo di tutto. E credo che questo sia proprio lo spirito di sopravvivenza dell’essere umano”.
Hai visto che ci si è messo anche Yuki Tsunoda? Aveva una pala più alta di lui.
“Si, anche se vederli così con la pala un po’ ti demoralizza, perché ti rendi conto che a questo punto è un po’ la goccia nel mare. Però la sua mentalità e il suo spirito vanno veramente premiati”.
Tuo padre come la sta vivendo?
“Mio padre è partito col camper, perché anche la zona in cui abita lui è stata evacuata. Pare che vogliano rompere gli argini dei fiumi per deviare l’acqua verso la campagna, perché ora sta arrivando verso Ravenna. Mia nonna ha 91 anni e ha detto che di casa non se ne va. Per fortuna lei abita un po’ in alto, però se dovesse saltare la luce e cose simili sarebbe complicato, ma giustamente a quell’età dici ‘la testa me la fascio quando è rotta’. È una situazione veramente complessa, in un certo senso spero che riescano a deviare questi corsi d’acqua scegliendo il male minore”.
Che soluzione andrebbe presa per evitare problemi simili in futuro?
“A volte pensiamo di aver toccato il fondo, poi la situazione peggiora ancora sotto tutti i punti di vista. Io vivo alla giornata e non ho più progetti a lungo termine. Spero solo che questa situazione così difficile faccia scattare qualcosa nella testa delle persone e che gli italiani riescano a farsi sentire per il proprio paese, perché siamo un’eccellenza sotto tutti i punti di vista eppure non riusciamo mai a concretizzare”.
A questo proposito si parla molto di cambiamento climatico: come la vedi?
“Non lo so. Guardando i dati degli anni passati le temperature sono sempre simili, non ho mai visto enormi cambiamenti. Negli anni Novanta a maggio le temperature erano più alte, io nel 2007 ho passato il 25 aprile in spiaggia a fare il bagno. Sono abituato a ragionare con la mia testa e non credo nelle informazioni che ci vengono date dalla tv. Mi piace ragionare guardandomi attorno e cercando di capire cosa succede”.
Beh, tu sei passato dalla moto alla bici...
“Almeno quando mi guardo attorno sono in mezzo ai boschi”.