È accaduto ancora, l’ennesima triste storia in cui a rimetterci è una giovane ragazza. Anche stavolta poteva essere evitata. Martina Voce, una studentessa di solo 21 anni, si trova in gravissime condizioni dopo essere stata aggredita dall’ex fidanzato in un negozio di gastronomia all’interno di un centro commerciale di Oslo. Ha colpito Martina con un coltello da cucina, trenta coltellate, prima che tre colleghi di Martina riuscissero a trarla in salvo. Uno l’ha colpito con un’arma bianca per tentare di fermarlo ed è stato arrestato, subito rilasciato, perché ha agito in una situazione di emergenza. Ma senza il loro intervento sarebbe potuta finire in modo molto peggiore. Martina, sottoposta a più operazioni lunghe diverse ore, sta lottando per la sua vita. L’avvocato Carlo Voce, padre della vittima: “Mia figlia è in coma farmacologico. I medici per fortuna sono fiduciosi in una sua ripresa. Lui è entrato nel negozio come un pazzo, le è saltato addosso e ha iniziato ad accoltellarla. Per fortuna sono intervenuti tre colleghi, due ragazzi e una ragazza, che sono riusciti a fermarlo, altrimenti non si sarebbe fermato. Uno di loro è ferito con 50-60 punti alle braccia, un altro ha la spalla rotta. Mia figlia ha ferite al viso, vicino all’occhio, dietro la testa, una grave dietro l’orecchio”.
Anche Mohit Kumar, al momento si trova in ospedale in prognosi riservata: nessun recedente penale e sul profilo Instagram foto di fucili mitragliatori, è piantonato dalla polizia con l’accusa di tentato omicidio. I due avevano iniziato a frequentarsi un paio d’anni fa, dopo l’arrivo di Martina a Oslo. La stessa che aveva deciso di chiudere la loro relazione lo scorso agosto, “perché non provava più nulla per lui”. Il padre di lei: “Lui non aveva mai dato segni di squilibrio. Sono stati fidanzati due anni, era venuto anche in Italia. Non aveva accettato di essere stato lasciato”. Martina aveva raccontato in famiglia di atteggiamenti preoccupanti da parte del suo ex: “Mia figlia piano piano, bloccandolo sui social, su tutto, si era staccata, aveva preso una nuova casa, perché prima convivevano. Io sono tornato a Oslo a novembre per festeggiare con lei il mio compleanno e mia figlia non mi ha detto che erano successe cose particolari, altrimenti l’avremmo denunciato. Mi ha detto: no babbo, perché si rovina, lo roviniamo, poi qui a Oslo sono molto severi su queste cose, non sta facendo nulla, non è un problema. Mia figlia è molto forte, difficilmente impressionabile, ecco perché forse lui è andato a colpirla e a cercare di ammazzarla. Noi dovevamo partire per l’estero, andavamo in vacanza per Natale con i miei suoceri, i miei cognati, alcuni amici, quando abbiamo prenotato questo viaggio avevo preso i biglietti anche a lui per cui sapeva di questo evento, che lei sarebbe andata via, sono sicuro che questo ha scatenato qualcosa”.