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Maurizio Belpietro a tutto gas: “Limite dei 30 all’ora? Anche ciclisti e pedoni causano incidenti. Lepore e Sala, non è colpa solo delle auto e della velocità, anzi”. E racconta di quella volta in cui...

  • di Lorenzo Fiorentino Lorenzo Fiorentino

29 gennaio 2024

Maurizio Belpietro a tutto gas: “Limite dei 30 all’ora? Anche ciclisti e pedoni causano incidenti. Lepore e Sala, non è colpa solo delle auto e della velocità, anzi”. E racconta di quella volta in cui...
Il limite dei 30 chilometri oari imposto a Bologna fa (ancora) discutere tutta l’Italia. Questa volta, però, ci pensa Maurizio Belpietro a mettere le cose in chiaro. Secondo il direttore de La Verità questa non è la soluzione, e non aiuta per forza a diminuire gli incidenti, “una cosa ovvia ma non per Sala, Lepore e compagnia bella di sindaci progressisti ed ecologisti”. Per Belpietro molti incidenti sono causati anche da ciclisti e pedoni. E racconta un'esperienza personale…

di Lorenzo Fiorentino Lorenzo Fiorentino

E mentre a Bologna si continua ad andare a trenta, nel resto d’Italia si continua a discutere. Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano La Verità e del periodico Panorama, è tornato un’altra volta sulla questione dei 30 all’ora per evidenziare la propria visione: “Andare piano è inutile”. Dell’inefficacia delle zone 30 aveva già parlato Mario Giordano (riportato da MOW). Comunque sia, secondo l’opinione di Belpietro, la velocità ha poco a che vedere con gli incidenti stradali, la soluzione starebbe semplicemente nel rispetto del codice della strada, “una cosa ovvia - scrive lo stesso Belpietro -, ma non per Sala, Lepore e compagnia bella di sindaci progressisti ed ecologisti”. E a dimostrazione della propria tesi, ecco la descrizione alquanto accurata, del quasi scontro tra una ciclista e un pedone. “Qualche settimana fa - racconta il direttore de La Verità - sono stato testimone di un piccolo incidente stradale a Milano. Uno scontro senza feriti, ma utile per comprendere come il famoso divieto di superare i 30 all’ora imposto dal sindaco di Bologna, e guardato con interesse dai primi cittadini di altre città, non sia la soluzione ai nostri problemi”. L’episodio è accaduto nel pieno centro della metropoli lombarda, e cioè in viale Tunisia, una strada, continua Belpietro, dove “la giunta di Beppe Sala qualche tempo fa ha deciso di creare due piste ciclabili tra i marciapiedi e le corsie riservate alle vetture, ognuna con un senso di marcia”. Ebbene, “su una di queste riservate ai ciclisti - scrive Belpietro - scendeva contromano una ragazza in bicicletta, che procedeva spedita verso Buenos Aires”, allo stesso tempo “una donna attraversava la strada e anche la ciclabile, guardando a destra, cioè verso il lato da cui in teoria avrebbero dovuto procedere le bici”, non accorgendosi del fatto che “dall’altra parte, cioè a sinistra e contromano, stava arrivando la ciclista”. Così, “per non investire la signora, la ragazza in bici sterzava all’improvviso, invadendo il marciapiede e finendo per sbattere contro il muro di un palazzo”. Un piccolo incidente senza conseguenze, ma che ha fatto nascere in Belpietro una conclusione definitivaanzi due: “Gli incidenti non sono sempre causati dalle auto”, e “costringere le vetture a marciare a 30 all'ora, vale a dire a inquinare di più, non eviterà che in strada si verifichino incidenti, mortali o meno”.

“Bologna Città 30”
A Bologna, il cartello che segna il limite dei 30 km/h

Questo piccolo aneddoto, secondo il direttore de La Verità, “dimostra infatti che chi viaggia su due ruote o anche chi cammina non è esente dal rispetto del codice della strada”. Perché le regole esistono, ma non tutti le rispettano; “vedo sempre più di frequente - riporta Belpietro - ciclisti che non si arrestano al semaforo, ma procedono tranquilli, tra una vettura e l’altra, come se il rosso fosse riservato soltanto a macchine e motorini”. Ma tutto ciò cosa vuol dire? Beh, secondo Belpietro semplicemente che “i 30 all’ora non sono la soluzione di tutti i mali e che se si vogliono evitare incidenti è necessario che tutti, automobilisti, ciclisti e pedoni rispettino il codice della strada”. Inoltre, la velocità c’entra poco, e molti incidenti sono invece dovuti “alla scarsa attenzione dei guidatori o alla scellerata realizzazione di piste ciclabili”. E a quanto pare, Belpietro ha un esempio per ogni sua dichiarazione: “Una donna è finita sotto le ruote di un autocarro che era appena partito dopo il rosso al semaforo e dunque non procedeva certo a 50 all’ora. Un’altra donna è stata uccisa da un camion della nettezza urbana, che si è messo in movimento senza accorgersi del pedone. Un ragazzino ha attraversato la strada in bicicletta mentre sopraggiungeva un tram, che certo non correva a 50 all’ora. Una donna ha attraversato via Fatebenefratelli senza accorgersi della motocicletta che stava arrivando”.  Insomma, “in nessuno di questi incidenti, spesso mortali, c’entra la velocità. Ma - sottolinea ancora il giornalista - c’entra qualcos’altro: il rispetto del codice, da parte di tutti, ciclisti e pedoni compresi, e la capacità di disegnare una circolazione che non sia a rischio per chi si mette al volante e per chi sale in sella a due ruote”. E per quanto riguarda le chiacchieratissime piste ciclabili milanesi, rivela Belpietro, “ci sta già pensando la Procura di Milano che ha indagato assessore e dirigenti del Comune”.

Maurizio Belpietro La Verità
Maurizio Belpietro nel suo ufficio a La Verità

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