A partire dal 2023 è stato previsto lo stop al test d’ingresso per la facoltà di Medicina. Lo ha annunciato la ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, ospite a The Breakfast Club su Radio Capital. “Dall’anno prossimo non ci sarà più il test d’ingresso unico per la facoltà di Medicina. Ci sarà un percorso che può iniziare anche al quarto anno di liceo, dove gli studenti potranno cimentarsi con il test fino a quattro volte e entrare in graduatoria con il risultato migliore”, ha aggiunto. Non solo, perché l’attenzione del governo è rivolta anche alla carenza di camici bianchi: “Un problema serio per i prossimi due anni. Scontiamo ciò che è stato programmato anni fa. Noi abbiamo aumentato tutti i numeri, sia degli studenti che possono accedere alle scuole di specializzazione che di quelli che possono entrare all’università di Medicina. Ma le conseguenze di queste riforme non si avranno nell’immediato. Dobbiamo anche rendere più attrattivo il lavoro del medico generale che lavora nei territori locali perché sono sempre meno i giovani che vogliono fare questo lavoro”. Una riforma, come sottolineato dalla ministra, di cui non si vedranno i risultati nell’immediato, ma che rappresenta un punto di svolta per il mondo universitario nazionale. Ma cosa pensano i professionisti italiani del settore di questo cambiamento? Luigi Rainiero Fassati, medico, professore e divulgatore con molte pubblicazioni all’attivo, ci ha raccontato di seguito la sua esperienza di studente e cosa ne pensa del superamento del numero chiuso.
“Avendo vissuto a stretto e continuo contatto, per più di cinquant’anni, con il mondo accademico come studente e come professore ordinario della facoltà di Medicina e Chirurgia della Statale di Milano, mi congratulo con Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca, per il miglioramento apportato ai test per l’ammissione al corso di laurea in Medicina. È indubbio che sia necessario programmare ogni anno un numero di matricole compatibile con le esigenze del Servizio Sanitario Nazionale, al fine di non creare troppi medici che poi non troverebbero lavoro. Indispensabile, dunque, una selezione tra i candidati che garantisca l’accesso a un numero di studenti adeguato a quello programmato.
I test attualmente in atto hanno presentato parecchi difetti, ma, soprattutto in alcuni casi, si sono dimostrati non pertinenti o addirittura sbagliati nella formulazione di alcuni quiz proposti dalla Commissione ministeriale, creando così seri problemi legali e di immagine. Per ovviare il ripetersi di errori la Ministra ha proposto diverse modifiche: una Commissione ministeriale formata da soli professori di Medicina esperti; l’eliminazione di test che esulino dalle competenze richieste; la possibilità di partecipare alla selezione già dal quarto anno di liceo due volte all’anno, e di presentare la migliore votazione ottenuta per aumentare il punteggio; l’istituzione di corsi di preparazione al concorso gratuiti e aperti a tutti.
Tutte ottime proposte, ma personalmente ritengo che la più valida sia ancora quella che era in uso mezzo secolo fa quando mi sono iscritto a medicina: tutti i candidati venivano ammessi al primo anno di corso, ma i professori responsabili degli esami erano veramente severissimi, ed erano pochi gli allievi che arrivavano alla fine del primo anno accademico con tutti gli esami fatti e una media alta. Molto probabilmente con i quiz di oggi non ce l’avrei fatta a fare il medico, ma la dura selezione di quei tempi mi ha fatto capire fin dai primi giorni che se si vuole essere dei bravi medici, oltre a curare bisogna anche tenersi aggiornati giorno dopo giorno. E dunque studiare, studiare, studiare”.
Luigi Rainiero Fassati, lo ricordiamo, è stato professore ordinario di Chirurgia generale, direttore della scuola di specializzazione in Chirurgia pediatrica dell’Università di Milano, e del Dipartimento di Chirurgia generale e dei trapianti della Fondazione Ospedale Maggiore. Da molti anni si occupa della lotta all’abuso di alcol tra giovanissimi. È anche autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche, apparse su riviste nazionali e internazionali. Ha esordito come scrittore nel 1978 con “Avanti un altro”, Premio Selezione Bancarella. A questo hanno fatto seguito molti altri libri pubblicati da Longanesi e Salani.