Lo scorso 12 maggio la Corea del Nord ha dichiarato il suo primo caso di Coronavirus. Dopo una settimana Joe Biden offre a Pyongyang vaccini per combattere la pandemia, anche perché - ed è questa la notizia - adesso il governo di Kim jong-un ha 174 mila casi di Covid, secondo l’agenzia di stampa pubblica nordcoreana Korean central news agency. Che, inoltre, ha specificato come da fine aprile a oggi si siano verificati nel Paese più di due milioni di casi di persone colpite da febbre. In altre parole, la situazione pandemica in Corea del Nord sembrerebbe essere veramente grave. Perciò, viste le condizioni sanitarie del Paese, sempre il 12 maggio, la Corea del Nord è entrata su ordine del presidente Kim Jong-un in lockdown, imponendo ai cittadini quello che i giornali hanno definito il modello Zero Covid, cioè una quarantena prolungata di massa in cui nessuno può uscire di casa. Si tratterebbe, in sostanza, della stessa prassi adottata da altri Paesi orientali come la Cina, che a Shanghai ha imposto un lockdown a tutta la popolazione.
Ma essendo la Corea del Nord un regime dittatoriale (in cui peraltro le informazioni arrivano in maniera filtrata), questo sistema è abbastanza difficile da far applicare. Infatti, Pyongyang, secondo alcuni media asiatici fra cui Asia press, avrebbe delle intrinseche difficoltà nel reperimento di cibo e acqua per milioni di persone, il che renderebbe difficile pensare che un modello di chiusura totale in stile cinese - con lo Stato che procura viveri ai cittadini - sia applicabile - in Nord Corea, secondo Wikipedia, vivrebbero 25,78 milioni di persone.
Inoltre, sempre secondo Asia press, nel Paese mancherebbe uno strumento fondamentale per contenere lo spread della pandemia, anzi due: i vaccini e i tamponi. Per i secondi, non ci sono molte informazioni per ufficializzare la quantità di test disponibili per il governo nordcoreano, mentre per i primi, in questi giorni si sono mobilitati altri Paesi. Secondo Il Post, dei quasi 26, milioni di abitanti del Paese orientale, nessuno avrebbe ricevuto una dose del vaccino contro il coronavirus.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che in questi giorni si trova a Seul, in Corea del Sud, ha offerto insieme alla stessa Corea del Sud e alla Cina vaccini per Pyongyang, nell’ottica di evitare nuovi problemi con lo spargimento della malattia. Biden ha parlato insieme al presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, anche lui disponibile, appunto, a concedere vaccini a Pyongyang. I due leader si sono incontrati a Seul per parlare della possibilità di avviare discussioni “sull’espansione della portata delle esercitazioni militari combinate e dell’addestramento di tutta la penisola coreana”.
Con la variante Omicron sempre più minacciosa - anche in Europa: ieri in Italia più di 26 mila casi - la paura degli stati confinanti con la Corea del Nord è che i focolai possano espandersi e peggiorare l’intera situazione pandemica asiatica. Ma, forse, arrivano gli Americani.