Mettiamo subito le cose in chiaro: Massimo Baldacci, consigliere comunale di Ponsacco (Pisa), a La Zanzara ha detto cose che fanno accapponare la pelle. Scomposte, volgari, infarcite di una retorica da bar sport anni '80. Ma il punto è che, tolta la forma da terza birra sul bancone, ha toccato una questione che sta lì da decenni a marcire nel pantano dell’ipocrisia italiana: la prostituzione esiste, è sotto gli occhi di tutti e continuare a far finta che non ci sia è una pagliacciata. Ha proposto di aprire un postribolo perché, a suo dire, è meglio un luogo chiuso e regolamentato piuttosto che donne lasciate in strada “a farsi infamare dalle persone”. Apriti cielo. È partito il linciaggio mediatico perché ha parlato di prostitute con parole da osteria, ha sparato cazzate sul dividere le ragazze per “razza” come fanno in Svizzera (roba agghiacciante, certo) e ha pure infilato un aneddoto su quando è andato “a puttane” a 16 anni per 2500 Lire. L'Italia si è indignata, la politica ha storto il naso, la morale ha preso il sopravvento. Fine della storia? No, perché sotto il fumo c'è un incendio che nessuno vuole spegnere.
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Possiamo continuare a raccontarci la favola che la prostituzione non esiste o che il proibizionismo funzioni. Nel frattempo, però, ogni città italiana ha le sue strade battute, le sue ragazze che lavorano nella clandestinità, senza sicurezza, senza tutele, senza diritti e senza possibilità di scegliere diversamente. Il risultato? Una prateria in cui sguazzano sfruttatori, racket e violenza. Nel resto d’Europa, da Olanda a Germania, passando per la Svizzera e l’Austria, la prostituzione è regolamentata. Chi sceglie di farlo come mestiere paga le tasse, ha un ambiente sicuro e può anche avere tutele sanitarie. Da noi, invece, tutto questo è tabù. Meglio chiudere gli occhi e lasciare le donne (in qualche caso anche uomini e ragazzini) per strada, in balia di qualsiasi pericolo, piuttosto che affrontare il problema come adulti. I paladini della purezza si riempiono la bocca di concetti come “dignità della donna”, poi girano la testa quando quelle stesse donne vengono picchiate, rapinate, sfruttate e costrette a lavorare in condizioni orrende. Ma guai a parlarne. Guai a dire che un bordello regolamentato potrebbe essere una soluzione. Se lo fai sei sessista, maschilista, fuori dal tempo. E invece no, sei solo qualcuno che ha smesso di credere nelle favole. Baldacci ha detto una serie di boiate. Ma sotto quel casino verbale c’è una verità semplice: se non vuoi vedere prostitute per strada, se vuoi che abbiano sicurezza, che paghino i contributi e non vengano sfruttate, allora devi mettere mano alla legge. Invece i benpensanti continueranno a scandalizzarsi, mentre le prostitute continueranno a essere carne da macello in nome di una moralità che, in fondo, non tutela nessuno.
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