Qui lo dico e qui lo annego: ma non è che a casa Meloni (ex Giambruno) – ma anche in tutta la destra – siano tutti allegri “aperturisti” (qualunque cosa significhi)? Ovviamente queste sono immaginazioni da mente eccitata (sono uno scrittore, e anche satirico: avere la mente eccitata fa parte del mio lavoro). Non dico che lo schema aperturista sia vero, ma soltanto verosimile, almeno a unire i puntini degli input che in questi giorni ci stanno arrivando. Puntini, è bene dire, che potrebbero unirsi anche in maniera diversa. Ma io sì che sono aperturista e i puntini, per me, potete unirli come vi pare. Mettiamo quindi insieme un po’ di puntini grazie solo alla mia immaginazione. Cosa sta succedendo? Cosa ci dicono gli input? Innanzitutto ci dicono che Giambruno, scrivendo su “Il Tempo” con lo pseudonimo di “Arnaldo Magro”, elogiava, e di molto, la bellezza e la bravura di Simona Branchetti (che ha pubblicamente difeso – contro l’opinione di Giorgia Meloni, dobbiamo dirlo – il Giambruno: “È un burlone”). Nel frattempo, lo stesso Giambruno-Magro-Coidentibianchi-Eilciuffo criticava Mediaset perché durante il governo Draghi dava poco spazio alla “vera opposione”, ossia quella della madre di sua figlia, Giorgia Meloni. Sembra strano che il premier non leggesse le articolesse di Arnaldo Magro. Per cui le cose sono due (ma è una ipotesi, potrebbero anche essere threes*me o fours*me): o Giorgia Meloni se ne fotteva alla grande di quello che scriveva Giambruno, non lo leggeva, e non leggendolo non sapeva neanche dell’ammirazione di Giambruno per la collega, oppure la Meloni sapeva benissimo del carattere del suo ex compagno e anche per lei era solo un simpatico burlone, oppure (non mi potete negare la verosimiglianza di questa tesi immaginaria), in casa Meloni si era “aperturisti”.
Tesi confermata da altri puntini: per esempio dallo scoop de “Il Foglio” che ha parlato di una inchiesta di Report sulla vita privata del cognato d’Italia, Francesco Lollobrigida (anche se Report smentisce) e il gossip di qualche tempo fa che lo riguardava e del quale non diremo nulla (ma se cercate su Google potrete farvi un’idea).
Anche le vicende “familiari” – e non politiche – di Giorgia Meloni, potrebbero suggerire una tendenza “aperturista”, ci riferiamo ai romanzi “rosa” della madre, Anna Paratore, che possono sì essere – come questo articolo del resto – frutto di fantasia, ma nelle cui pagine si scorge un aperturismo anche molto interessante.
Lungi da me condannare ogni forma di “aperturismo”, dalle famiglie arcobaleno, a quelle allargate, a quelle bisessuali, a quelle scambiste, a quelle cristiano bigotte. Però, la mia immaginazione, vede un po’ di squilibrio tra i valori familiari difesi dalla premier e quelli che vengono fuori unendo i puntini “aperturisti”. Non è un giudizio. Ma mi piace citare un detto siculo, che probabilmente non avrà niente a che vedere né con la Meloni, né con Giambruno, né con Arianna Meloni, né con il Lollobrigida, né con il padre della Meloni, né con il suo socio di affari: il detto è: “Futti futti che Dio perdona tutti”, ed è un detto che mette insieme l’aperturismo col turbocristianesimo.