I cittadini di Civitanova non rimarranno indifferenti a una famiglia che si è vista uccidere il padre: è già è iniziata una raccolta fondi che fa capo al farmacista Daniele Angelini che conosco e che vedete in questa foto (che ha inviato) con il figlio e la nipote della vittima. Sono ancora stordito per quello che è successo in Corso Umberto I, dove un operaio di origine salernitana di 32 anni, Filippo Ferlazzo, ha aggredito con una stampella Alika Ogorchukwu, un disoccupato 39enne nigeriano, uccidendolo solo perché aveva chiesto l’elemosina e senza che nessuno intervenisse. Proprio pochi giorni fa, come ho scritto sul numero scorso di Novella 2000, ero a Civitanova Marche, proprio in corso Umberto I, ospite di Daniele Angelini, importante imprenditore delle farmacie, e anche proprietario del Legall, il locale dove si è tenuta una tappa del tour del nostro giornale Novella 2000 party Night, un momento di allegria, di felicità condiviso con duemila giovani che hanno festeggiato per un momento d’evasione. Ed eccomi invece oggi a scrivere di una tragedia spaventosa: un mendicante ucciso con al sua stampella per aver chiesto un aiuto.
Alika è stato ucciso a pochi metri dalla farmacia Angelini, ed in corso Umberto ho parlato e salutato molti cittadini, cordiali, allegri, gentili, ospitali. Eppure in molti di loro hanno filmato la scena dell’omicidio, ma non sono intervenuti. Paura? Forse, la sindrome del paciere che alla fine viene ucciso come è successo Willy Monteiro Duarte? Forse, ma al dunque nessuno a fatto nulla e l’aggressione di Ferlazzo si è trasformata in un omicidio.
Come ho sentito la notizia ho chiamato (con l’agente Daniele Signorini, tra gli organizzatori della serata al Legall) Daniele Angelini e gli ho detto: «Civitanova deve reagire, è indegno che si parli di un’eccellenza culturale e imprenditoriale italiana come Civitanova (la capitale dell’industria calzaturiera di qualità nel mondo) per un fatto di cronaca così spaventoso, e il fatto che nessuno sia intervenuto immediatamente mi dà dolore, non vi meritate questo marchio. Cercate almeno di aiutare la vedova di quel poveretto che poco prima sul suo cellulare gli aveva scritto di non affaticarsi, malato com’era, a chiedere soldi con quel caldo. La mia esortazione al dottor Angelini era inutile perché i cittadini di Civitanova vogliono sottolineare che sono di una pasta ben diversa da quello che si è detto, e che l’indifferenza non è nel loro carattere, tanto è vero che poco dopo il dottore ci ha scritto inviandoci la sua foto con il figlio e la nipotina di Alika: “Ho parlato con l’avvocato Mantella che difende la famiglia dell’uomo che è stato ucciso per raccogliere fondi: le Farmacie Angelini hanno raccolto i primi tremila euro. Tutto questo è terribile, i figlio di Alika è scioccato, non parla più».
Ferlazzo dice che Alika aveva importunato la sua donna, circostanza assolutamente smentita (un depistaggio come hanno cercato di fare i Fratelli Bianchi con Willy? Ora i legali di Ferlazzo (sempre pare) chiedono la perizia psichiatrica. Quella (ed è una mia opinione) è una strada che molti legali usano per cercare un’attenuante di pena per una persona che se condannata sarà per la legge un assassino. Come detto, in molti hanno ripreso la scena e (almeno quello) hanno consegnato i filmati alla Polizia agli stessi poliziotti che erano con me la settimana scorsa): Ferlazzo ha rincorso la vittima, gli strappato la stampella con cui si aiutava per camminare, e l’ha usata come un’arma, per colpirlo. Una volta a terra lo ha schiacciato con il proprio corpo robusto fino ad ucciderlo «e l’ha finito colpendolo a mani nude», dicono i testimoni. Poi gli ha anche rubato il telefono cellulare, tanto è vero che dovrà ora rispondere di omicidio e anche di rapina.
«La Regione Marche chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento che si aprirà, per difendere l'identità, i valori e l'immagine dei marchigiani e delle Marche. Siamo da sempre una comunità solidale, inclusiva e vogliamo rimanere tale, con l'impegno di tutti», scrive il sindaco Fabrizio Ciarapica e ne sono contento. Ma intanto, signor Sindaco, aspettando gli esiti del processo, che il Comune cerchi di aiutare la famiglia di Alika. Il dottor Angelini ha segnato la strada.