Segnatevi questo nome (e cancellatelo subito dopo): Maddalena Morgante. Ultima professione conosciuta: aspirante agente pubblicitaria di Rosa Chemical. Trattasi di una deputata di Fratelli d’Italia, avvocato in quel di Verona, cattolica devota a guardia dei “valori non negoziabili” (mai uno straccio di qualcuno che ci spieghi quali sono quelli negoziabili, moriremo con questo dubbio), una peone che, nell’agenda setting di destra, ha avuto il compito di lanciarsi nell’indignazione a comando contro “l’ennesimo spot in favore del gender”, rappresentato dal giovanissimo rapper che è tra i big del Festival di Sanremo. Un po’ come la moglie del reverendo Lovejoy nei Simpson (“i bambini! chi penserà ai bambini?!”), si è agitata in parlamento chiedendo alla Rai di ripensarci, perché i temi del cantante, “il sesso, l’amore poligamo e i porno su Onlyfans” (e “scusate per i termini che devo usare” - manco fossimo negli anni ’50) destano “sconcerto”. Signora mia, dove andremo a finire. È “del tutto inopportuno”, ha detto col ditino alzato, che l’“emblema della tv tradizionale convenzionale” diventi l’“appuntamento più gender fluid di sempre”.
Se la pantomima targata Bruno Vespa su Zelensky ospite dell’Ariston si attestava sul registro tragicomico, qui planiamo sul più consueto piano delle polemiche con il pilota automatico. Del resto, ciascuno deve coltivare la propria nicchia di mercato: Fratelli d’Italia, il suo pubblico rimasto al Mulino Bianco (ma che nottetempo, magari, una sbirciatina ai siti porno la dà); mister Rosa Chemical, o l’Achille Lauro di turno, lo share di tifosi, mediamente giovane e quindi per Amadeus più allettante, della liberazione sessuale (che francamente, almeno nei media di massa, non si capisce cosa debba ancora liberare, visto l'immaginario dominante tappezzato di riferimenti sessuali di ogni tipo). Complimenti, signora Morgante: bello spottone per il “nemico”. Si starà sfregando le mani Manuel Franco Rocati, in arte Rosa Chemical.
Il venticinquenne di Grugliasco, in gara con il brano “Made in Italy” (e già qua è chiarissima la scontata mossa di marketing, data la natura “nazionalpopolare” di Sanremo), aveva dato fiato alle trombe dell’autopromozione spiegando che sarà sua cura portare sul palco “in maniera sfrontata” i temi “ancor oggi considerati tabù come il sesso, la fluidità e il poliamore”. E ha aggiunto, pensate un po’: “Ma se vi dicessi che si può amare più persone contemporaneamente? Sono possibilità che io stesso vivo. Io ho una relazione aperta”. Cioè: ha una fidanzata, ma metti caso non la veda “per due giorni”, può darsi che nel frattempo abbia fatto sesso “con altre quattro persone. E lei lo sa e fa lo stesso”. Si chiamerà mica coppia aperta, questa inaudita novità? Mmm, no, è più qualcosa come… la magnanimità. Anzi, progresso: “Oggi, nel 2023, come posso essere il meglio per la persona che ho davanti? Non sono così egoista". Abbasso l’egoismo, suvvia. Diamoci alla voglia, cara e vecchia come il mondo, di scopare tutto lo scopabile.
Provocare, signori, la commedia reciproca. Scandalizzare, come no. Destabilizzare, preferibilmente il già destabilizzato. Perchè si dà il caso che il cosiddetto gender, inteso come filone d’ispirazione per artisti di tutti i campi, dalla musica al cinema alla letteratura, sia diventato ormai un genere commerciale a sé. Con la fortuna di avere pure un'utilissima concorrenza, cosicchè per ogni Rosa Chemical salta fuori una pia Maddalena, la quale sostiene che occorra “una rivoluzione culturale che metta al centro l’uomo e la famiglia e non il capitale e i consumi” (L’Adige, 5 ottobre 2022), quando basterebbe si strofinasse gli occhi affetti da bacchettonismo per accorgersi finalmente dell’ipocrisia di far la morale sull’ultimo rapper, guardandosi però dal fare lo stesso contro chi mena le danze del “capitale” e dei “consumi”. Prego rivolgersi all’esperto Silvio Berlusconi per delucidazioni in merito.
Che poi, andiamo a leggerli, questi versi che getterebbero le famiglie nel panico. “… Sono perverso e non mi giudichi/Se metterò il rossetto in ufficio lunedì”. Probabilmente le varie Morganti avranno ritagliato via dal dizionario a casa parole come “perverso”, o si spaventano di quegli infinitesimali casi di travestitismo sul posto di lavoro che popolano gli incubi delle persone dabbene. Ma fossero anche tanti, bisognerebbe chiedersi i motivi di fondo per cui la società, che ci inorgogliamo a definire “aperta”, “liberale”, “democratica”, stia andando a parare lì. Forse perché sta procedendo inarrestabile nello sviluppare dinamiche che fanno comodo a tutti, poichè tutti, sia i contrari che i favorevoli, possono così sentirsi moralmente superiori nel denunciarle o sostenerle a spada tratta. E lucrarci sopra, in termini di soldi, o di voti. “Ti voglio nuda col calzino bianco/ L’uomo vitruviano/Io sono il tuo Leonardo/Babababadibubum/Babababadibubum/Badabadabidababa badibubum”. Mammia mia che impressione, chiamate la buoncostume.
Ecco, sarà allora il modo in cui verrà acconciato, che terrorizza i familisti fin troppo morali. Già Achille Lauro, con le sue faraoniche e puramente scenografiche trovate, aveva messo a dura prova lo stomachino delicato e iper-suscettibile dei nostalgici del tempo che fu. Adesso è la volta di Chemical, che in più ha raffinato il metodo per accalappiare i differenziati target di vendita, spiccando come primo in Italia a svelare la cover di un brano su OnlyFans, il social di contenuti sessuali autoprodotti. Capirai l'oscenità. Ci sono ragazzi della porta accanto, eterosessuali di neanche vent’anni, che in quel peepshow virtuale guadagnano ogni mese cifre che un padre di famiglia medio se le sogna, fabbricando video di nudità ed erotismo soft per soli maschi. Senza che nessun Chemical o Lauro abbia messo loro la pulce gender nelle mutande: hanno semplicemente capito il gioco del mercato, fine. E alla fine, tocca dare allora ragione a Luca Bizzarri, che in due righe ha twittato tutto quel che c’era da dire a riguardo, commentando la sdegnata Morgante: “Qui una signora che fa la pubblicità dell’’ideologia gender’ mostrandone i nemici”. Goal, punto e palla al centro.