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Mentre il Paese è nel caos e senza benzina il CEO di Total si lamenta dello stipendio da 6 milioni di euro

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

19 ottobre 2022

Mentre il Paese è nel caos e senza benzina il CEO di Total si lamenta dello stipendio da 6 milioni di euro
L’uscita di Patrick Pouyanné, CEO di Total, in Francia è stata largamente percepita come la dimostrazione del divario crescente tra gli esponenti dell’élite e i cittadini comuni. I primi si sentono sempre più vittime di incomprensione e ingratitudine se in un anno guadagnano “solo” 3,9 milioni di euro, che diventano magicamente 5,9 l’anno seguente, mentre i secondi faticano ad arrivare alla fine del mese…

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

Nell’ultimo periodo in Francia, soprattutto a Parigi, gli automobilisti sono costretti a mettersi per ore in coda, o a consumare poco carburante per cercare una stazione di servizio dove non sia esaurito. I dipendenti delle raffinerie TotalEnergies sono in sciopero perché chiedono un aumento dello stipendio, ovvero una redistribuzione dei profitti record ottenuti dall’azienda anche grazie al rincaro dei prezzi. I sindacati hanno sottolineato la disparità tra gli stipendi più bassi e quelli enormi dei dirigenti. Come ha reagito l’amministratore delegato Patrick Pouyanné? Ha scritto un tweet infastidito dove ha pubblicato il grafico con l’andamento della sua retribuzione: quasi sei milioni di euro l’anno dal 2017 a oggi. Il gesto ha scatenato forti proteste e molto sarcasmo. Ecco cosa scrive il capo di TotalEnergies: “Sono stufo dell’accusa di aver aumentato il mio stipendio del 52%. Questa è la vera evoluzione della mia retribuzione dal 2017: è costante salvo nel 2020, quando ho volontariamente tagliato il mio salario e la mia parte variabile è logicamente diminuita assieme ai risultati di TotalEnergies». Un post che sembra fatto apposta per fare imbufalire i francesi che non arrivano alla fine del mese: sei milioni nel 2017, 5.8 nel 2018, 6.1 nel 2019, solo 3.9 nel 2020, quando si è tagliato il compenso per via del Covid, e di nuovo 5.9 nel 2021, quando se lo è ri-aumentato non del 52%, in effetti, ma solo del 51,7%. 

Je suis fatigué de cette accusation de “m’être augmenté de 52%” - voici la vraie évolution de ma rémunération depuis 2017 - elle est constante sauf 2020 car j’ai volontairement amputé mon salaire et ma part variable a normalement baissé avec les résultats de #totalenergies l https://t.co/QdqtVuwuew pic.twitter.com/BYIgxaX4VD

— Patrick Pouyanné (@PPouyanne) October 18, 2022

In un momento del genere dichiararsi stufo con sei milioni al mese non è una buona idea. Dopo le prime reazioni tra l’indignato e il divertito, Pouyanné ha poi scritto un secondo tweet: “E non sono io a stabilire la mia remunerazione ma è il consiglio di amministrazione di TotalEnergies che la stabilisce e gli azionisti che l’approvano. Una retribuzione certamente alta ma paragonabile a quella dei miei colleghi del CAC40 e molto più bassa di quella delle altre major europee e americane”. Tecnicamente ha ragione, altri guadagnano più di lui. Ma c’era bisogno di rivendicarlo mentre i suoi dipendenti scioperano e i francesi non trovano la benzina nei distributori? Il deputato François Ruffin, del partito della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, ha dichiarato che: “Tutto il mio sostegno a lei che, nel 2020, ha dovuto sopravvivere con 3.918.263 euro. È l’equivalente di 2.545 Smic. Fabien Roussel, leader del PCF, il partito comunista: “Davvero poco quando si riesce nell’impresa di non pagare alcuna imposta sulle società in Francia. Abbiamo tutti versato una lacrima per te, Patrick”. Danielle Obono, un’altra deputata della sinistra: “In quel periodo i lavoratori della seconda fascia, grazie ai quali siamo sopravvissuti al peggio della crisi del Covid guadagnavano in media 996 euro al mese”.

Patrick Pouyanné
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