C'eravamo tanto amati. Ma ora è bufera intorno al Ministero della Cultura, o perlomeno nella sua succursale via Whatsapp. I protagonisti? Ancora loro: il cantautore Morgan e il sottosegretario e critico d'arte Vittorio Sgarbi. Tra gli (ex?) amicissimi legati da un'intesa sfociata nella celeberrima chat Rinascimento Dissoluzione, covo di politici, giornalisti, “geni arruolati” e similari sembra tutto finito. Kaput nell'arco di una serata di ordinaria follia. Se pensate che Shakira con Piqué abbia picchiato duro, non avete ancora visto niente. Messaggi che noi di MOW siamo in grado di svelare di un accesissimo scambio di accuse e recriminazioni tra i due, che ci ha inviato una fonte che preferisce l'anonimato e presente in ambedue i gruppi menzionati. Che succede? La rottura si consuma sulla questione Luigi Tenco, una battaglia che Marco Castoldi, in arte Morgan, porta avanti da giorni per dare maggiore risalto al patrimonio artistico del cantautore genovese. Battaglia per la quale ha cercato aiuto nel fidato amico e sottosegretario alla Cultura, oltre che in altri partecipanti delle chat, ma non trovando quasi nessuno ad ascoltarlo, ed essendo amministratore, ha iniziato a buttare fuori tutti coloro che non partecipavano alla discussione. Peccato che molti fossero amici e collaboratori del critico d'arte. Apriti cielo! Prima Sgarbi ha estromesso lo stesso cantautore dal gruppo e nel mentre lo stesso si è sfogato in un'altra chat che riunisce diversi artisti e personaggi (compreso Sgarbi) e che si chiama Ministero della Cultura. Infine, come se non bastasse, proprio lì Morgan ha condiviso lo screenshot del dialogo privato tra i due, dove Sgarbi gli ha risposto per le rime. E nello sconcerto generale, tra chi dava ragione all'uno e chi all'altro, sono volate parole grosse che difficilmente potrebbero portare a una riappacificazione. Così è, se vi pare, al momento. Di seguito lo scambio di messaggi.
Morgan esordisce in Rinascimento Dissoluzione: “Io ho chiesto a voi solidarietà e appoggio, perché stimo a priori chi non conosco. Chi mi ha pugnalato invece da me è sempre stato difeso, lo ha fatto perché, sostiene, io ho sporcato in casa sua, eliminando suoi amici, e aggiunge che sono uno stupido perché vado a cercare supporto da una massa di disperati, che invece lui conosce personalmente”. Poi affonda: “Non vi fotte proprio un cazzo. Vivete come cento anni fa, convinti di essere moderni, ma siete nel Medioevo, ancora non vi siete accorti dell’invenzione del biciclo. Indignazione solenne per il vuoto culturale che state rappresentando. Sordi. Ciechi. Muti. Morti. Vuoti. Speriamo che l’intelligenza artificiale si sbrighi a produrre androidi, saranno sicuramente più passionali di voi”. E prosegue: “Basta cazzoni. Sgarbi mi ha accoltellato e umiliato, nonostante io lo abbia sempre appoggiato con lealtà, si è permesso di fare questo a me, perché? Perché ho espresso indignazione? Che cosa greve. Ma come si fa a dire “meno emozionale”? Com'era, troppo emozionato? Molto semplice. Non ce la fate. Così come non ce la farà l’Italia. È evidente. Non c’è speranza alcuna. Nessuna. Continueranno così. Ignari di tutto. Per secoli. Io soffro anche per la loro sciagura, quella di non essere intelligenti”.
Una delusione totale che Morgan ha spiegato con parole durissime verso il critico d'arte: “Quanto tempo ho sprecato per Sgarbi, quante notti, quante parole, quanti sogni. Se non fosse stato per me non sarebbe sottosegretario. Così fanno i cattivi. Sfruttano e poi accoltellano. Io perdo tempo, serenità, speranza, lavoro, contatti, allegria, progetti, stima... Parecchie cose perdo. Basta. È uno stronzo, un mostro. Alcuni di voi hanno gli screenshot della discussione tra me e Sgarbi. Giudicate voi, io stacco e me ne fotto, chiudo tutto, siete (quasi) tutti delle merde umane. Affanculo miserabili”. Fino alla resa dei conti finale: “Vado a bere del vomito di cane in lattina per provare una sensazione più gradevole delle parole di Sgarbi. Una persona che dice cose così cattive mi fa paura. Gli ho detto che è stato sleale e mi ha risposto che io sono un topo che con i suoi amici mi deride e che non si è mai illuso che io fossi meritevole. Non è un’amicizia, è una mia illusione, ma lui non mi è amico. Mi ha sempre solo usato”. Per concludere con la condivisione della discussione privata (di seguito lo screenshot) dove effettivamente Sgarbi gli risponde: “Io non ti ho neanche pensato. Sei un topo” (forse l'evoluzione di capra, nda). Morgan contrattacca: “Ti manca il cuore”. E il critico ribatte: “Mi basta la testa” e finisce così, per ora, una collaborazione tra le più discusse degli ultimi tempi: “È una delusione immensa” dice Morgan sconsolato e non trova nessuna pietà da parte di Sgarbi: “La mia non è una delusione perché non mi sono illuso”.
Un litigio tra due artisti che, come “le brutte intenzioni, la maleducazione”, farà parecchio parlare.