Giampiero Mughini, il commentatore per antonomasia (di calcio, di costume, di politica). Scrittore, opinionista, istrione, colto, risponde al telefono immediatamente, è estremamente cortese, accenna una risata. Lo chiamiamo per commentare i risultati delle elezioni politiche, che hanno visto Giorgia Meloni trionfare, come leader di Fratelli d’Italia e come candidata premier per il centrodestra, a fronte di un centrosinistra totalmente sconfitto e un Movimento 5 Stelle sorprendente. Ma la fiducia verso un governo duraturo è scarsa, così come la possibilità che la sinistra possa ripartire da Giuseppe Conte, ci conferma Mughini.
Cosa pensa del risultato di Giorgia Meloni?
Era largamente previsto. Ci sono momenti in cui a qualcuno arride la vittoria. In questo momento a lei non poteva che arridere la vittoria. Il punto fondamentale è cosa se ne farà di questa vittoria.
Si potrebbe dire che abbia vinto quasi da sola.
Comunque i suoi alleati, seppur zoppi, le sono numericamente necessari per accedere alla guida del Paese, ammesso che abbia voglia di misurarsi con la gestione di un Paese a pezzi in questo momento, da sola e con grande responsabilità.
Non è un buon momento per governare?
Non lo augurerei a nessuno oggi. Perché non si tratta di distribuire fiori e cioccolatini, gelati alla vaniglia. Ce solo da conteggiare delle pene.
Crede che la sconfitta del PD abbia delle cause profonde?
Ha varie cause caro amico. Per prima cosa la storia della cosiddetta sinistra per come l’abbiamo sempre conosciuta, appartiene al secolo passato. Non solo non esiste più il Partito Comunista, ma non esiste più la conformazione di una società che guarda a quella sinistra. In Lombardia, che è stata la Stalingrado di Italia (dove la sinistra stravinceva), stavolta ha vinto la destra. Il povero PD dovrà attingere da forze nuove e da una nuova creatività.
Strategicamente dove hanno sbagliato?
Particolarmente micidiale mi è parsa la rottura del PD con Calenda-Renzi, che sarebbe stata un’alleanza naturale. Mentre è molto difficile pensare un’alleanza naturale il M5S.
Com’è andato il partito di Conte?
Ha avuto un grande risultato. Si vede che a forza di promettere il reddito di cittadinanza, la gente è accorsa. Perché questo solo sanno fare, promettere la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Un "voto di scambio quindi"?
Noi tutti davamo il M5S come scomparso. Invece ha preso un 15% circa dopo una campagna, nelle ultime settimane, in cui il cavallo di battaglia era il reddito di cittadinanza.
Quindi non crede che Conte possa essere il futuro della sinistra?
No, questa cosa non sta né in cielo né in terra. Dubito che il PD possa fare un’alleanza con questo Conte e questo partito, soprattutto se si ricorda che è stato proprio questo M5S a far cadere il governo Draghi.
Ora tocca a Giorgia Meloni. Potrà costruire un governo solido?
Non ha nessuna possibilità. Intanto perché i suoi rapporti con gli alleati sono periclitanti, in particolare con Salvini (perché gli ha preso i voti che la Lega aveva in saccoccia!), e poi per la difficoltà dei problemi. Deve stare attenta soprattutto con l’Europa. Perché se la Meloni farà dei capricci di tipo ungherese, l’Europa ci toglie i soldi di cui viviamo. Noi siamo in piedi come società perché l’Europa ci dà un po’ di soldi. Ma lei è molto intelligente, penso non lo farà comunque. Sarebbe un suicidio. La conosco da quando aveva 18/20 anni.
Com’era da giovane?
Come adesso, vispa, pronta, accorta, non sbaglia una sillaba. Ogni tanto fa un comizietto buffone, ma quello vale per tutti.
È vero che ai tempi era più a destra che non ora?
Certo, quasi tutti crescendo migliorano. Facendo il gioco parlamentare ci si evolve. Non a caso il suo consigliere politico è Crosetto, che è una persona assolutamente civile.
Quindi non condivide il titolo della CNN secondo cui Giorgia Meloni sia il primo ministro italiano più a destra dai tempi di Mussolini?
Non sanno di cosa stanno parlando. Apparentemente è così, ma non credo proprio che farà nulla di sconveniente in quella direzione.