Torna stasera su Rai 4 Space walks in seconda serata (ore 23 e in replica nel weekend su Raiplay), programma dedicato allo spazio ideato da Marco Falorni e Andrea Frassoni. La conduzione è affidata a Emilio Cozzi, giornalista spazio-onnivoro, penna di Wired e del Corriere della sera. Protagonisti delle puntate saranno ospiti straordinari come gli astronauti Luca Parmitano, Paolo Nespoli, Franco Malerba e Samantha Cristoforetti – attualmente impegnata nella missione spaziale ISS (la Stazione spaziale internazionale). Presenti anche ospiti del mondo artistico quali il musicista Dardust (ha aperto all’Eurovision) e lo scultore Jago. Cozzi ha raccontato a MOW il nuovo programma e ci ha dato qualche dritta su come, effettivamente, l’Italia è messa nella corsa allo spazio. Spoiler: molto bene – ma la gente non lo sa.
Emilio, cosa dobbiamo aspettarci per il nuovo Space walks?
Il programma di stasera è un ritorno. Abbiamo iniziato nel 2021 e posso dire che era andato piuttosto bene. Lo share è stato positivo e in due o tre puntate avevamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati. E’ un programma che vuole fare divulgazione scientifica su astronautica e spazio, ma senza rendere le cose troppo complicate. Lo spazio ci riguarda molto più di quello che sembra, moltissime cose sulla Terra, penso solo a certe cure e tecnologie scientifiche, vengono da esperimenti e lavori appositamente condotti per lo spazio. Credo che il programma funziona perché spiega lo spazio sia a chi di spazio si interessa sia a chi non ne sa nulla. Si tratta di spiegare una materia complicata con un linguaggio semplice affinché possa essere comprensibile a tutti.
Prima di presentare il programma partirei da una domanda personale. Sei forse – a livello giornalistico – in Italia il più seguito per quello che riguarda lo spazio. Perché? Cosa ti affascina dello spazio?
Sono partito da Star wars. Sembra una cosa banale, ma è così. Lo spazio ci riguarda molto di più di quello che sembra e io l’ho capito negli anni. Anche per questo la missione di Space walks è informare. Lo spazio è molto connesso alla vita sulla Terra anche le la gente non lo sa e non se ne rende conto.
Ok adesso andiamo sul tecnico. Com’è messa l’Italia a livello di spazio?
L’Italia è messa benissimo nello spazio. Siamo nei primi dieci paesi al mondo e nessuno lo sa, perché se ne parla poco. Anche per quello che riguarda la filiera (i processi di produzione, ndr), siamo tra i migliori al mondo. Abbiamo una storia lunghissima, ma questo non ci permette di dormire sugli allori. Chi domina lo spazio domina l’economia. Si parla addirittura che l’economia spaziale possa valere fio a 3mila miliardi entro il 2040 (oggi lo spazio vale 340 di miliardi, nda) e la crescita prevista sarà mostruosa. Gli asset spaziali, come le sonde o i razzi, hanno anche una valenza militare, quindi chi controlla lo spazio, letteralmente, controlla il mondo. Ecco perché non bisogna rimanere indietro in questo campo: chi rimane indietro, perde potere.
A livello geopolitico, quanto quello che succede sulla Terra influenza quello che accade lassù?
Tanto, devo dire. Ma anche viceversa, e cioè che quanto accade nei cieli influenza quello che accade nella Terra. I russi, per dire, sono diventati nostri partner nonostante le frizioni internazionali e adesso la Cristoforetti è in orbita insieme con degli astronauti russi. La stessa Russia è stata fra i pionieri dello spazio e hanno anticipato gli americani su molte cose. Per dirti, hanno mandato la prima donna e il primo uomo nello spazio e in quel caso, operazioni del genere acquisiscono importanza a livello geopolitico sulla Terra. Faccio un altro esempio. Se oggi parte dell’Ucraina può avere internet e riuscire a comunicare è perché Elon Musk ha un satellite, Starlink, una costellazione satellitare che permette di garantire connessione internet e comunicazione e che l’ha messa a loro disposizione.
Quanto conta invece uno come Elon Musk?
Ho una doppia considerazione su Musk. Da un lato lo stimo e ammiro la capacità perché è riuscito, a livello spaziale e scientifico, a fare cose che prima che le facesse lui la Nasa, per fare un esempio concreto, pensava non fosse possibile. Lui è riuscito a recuperare razzi nello spazio: cioè ha permesso che gli astronauti non tornassero sulla Terra soltanto con il sedile, ma insieme con tutta la struttura. Musk è stato il primo a fare delle missioni del genere e questo ha permesso di risparmiare anche tantissimi soldi: uno può utilizzare lo stesso mezzo più volte per volare nello spazio. E lui l’ha creata letteralmente. Pensa che Paolo Nespoli (astronauta italiano, ndr) mi raccontava che nelle stesse scuole di ingegneria aerospaziale a Houston dicevano che era impossibile recuperare i razzi. Musk l’ha fatto, sta cambiando lo spazio. Lui dice che vuole portarci su Marte. Io gli crederei.
Qual è invece il lato negativo, se così vogliamo chiamarlo?
Beh per esempio, per quanto sia un visionario e abbia molte idee interessanti, come ad esempio questa di Marte, è uno che la spara grossa, però appunto prima o poi ce la fa. Diciamo che non rispetta i tempi, ecco. Poi ci sono altri lati oscuri, tipo quelli sul discorso della sua “azienda privata”. Musk sta rivoluzionando lo spazio ed è vero, ma non è vero che la sua azienda è interamente privata. I suoi soldi arrivano dalla Nasa, due terzi dei suoi soldi arrivano da contribuenti americani. Inoltre, grazie a un atteggiamento di tipo conservatore, Musk sta distruggendo il mercato perché propone dei prezzi agli Stati Uniti che un’azienda europea non può fare - perché negli Stati Uniti non puoi utilizzare o far volare razzi che non siano di aziende americane. Quindi cosa fa? Prima lo vende agli Stati Uniti e poi porta lo stesso progetto in Europa a prezzi più bassi. Quindi su di lui direi luci e ombre, ma chiudo dicendo: il mondo va avanti grazie a visionari come lui.
Che idea ti sei fatto dei viaggi privati nello spazio? Tipo quelli visti nel 2021 con Bezos e Brenson.
Per il turismo spaziale direi che fra 20 o 30 anni non andremo tutti nello spazio, ma potrebbero andarci in molti. Finora ci sono andati solo poche centinaia: fra 20 o 30 anni potrebbero diventare migliaia. Il punto saliente però non è questo, quanto che le cosiddette orbite basse, cioè quelle fra i 200 e mille chilometri sopra la Terra, stanno diventando ambito di sfruttamento commerciale. Noi, molto presto, cominceremo a vivere quelle orbite come un ambito in cui le industrie farmaceutiche pagheranno per portare lassù i propri esperimenti. Magari le aziende private ne sfrutteranno le risorse, tipo quelle degli asteroidi.
Quindi oltre a inquinare la Terra potremmo inquinare anche lo spazio…
Si esatto. Quel processo già si è innescato. Dobbiamo imparare a considerare le orbite vicine come un’espansione della Terra. Più roba mandiamo nello spazio e più lo inquiniamo: lo space junk (la cosiddetta spazzatura spaziale, ndr) sarà un altro business e anche un altro rischio per la Terra. E anche lì si creerà un circolo vizioso per cui nasceranno delle aziende che appositamente si occuperanno di rimuovere detriti e vecchi satelliti che non si utilizzano più. Il vero obiettivo di Bezos, lo dice lui, è non solo portare le persone a vivere nello spazio, ma anche spostare lassù la sua industria e la produzione, perché lì costa molto meno. Nello spazio, una petroliera, la muovi con un gesto, con una mano. Costa molto meno di qua.
Qual è il film fantascientifico che più si avvicina a questo scenario.
Moon, con Sam Rockwell, posso dirti che anticipa proprio questo tema, cioè lo sfruttamento dello spazio con le risorse lunari. Se come su Interstellar le risorse della Terra finiranno, andremo sullo spazio a trovare nuove risorse. Tipo l’Elio tre: non avendo la fusione nucleare non potremo utilizzarlo bene al giorno d’oggi, ma quando l’avremo, con un giacimento grosso quanto un campo di calcio, ci si può dare corrente elettrica a tutta New York per un anno e mezzo. E la Luna è piena di Elio 3.
Come siamo messi a complottisti spaziali?
Ce ne sono, e ne sento di molti. Ma è il solito discorso: la gente non legge, non approfondisce, non studia. E’ facile crearsi le opinioni leggendo un blog