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Liberté Égalité Naike

Naike Rivelli contro Meta: quelle spunte blu ai baby influencer, che lavorano full time sui social, solo perché monetizzano?

Naike Rivelli

1 luglio 2024

Ma quanti baby influencer ci sono su Instagram che lavorano full time con tanto di collaborazioni? Troppi, ma in fondo per rispettare la policy di Instagram basta monetizzare, poi ogni regola a quanto pare può essere aggirata. Naike Rivelli ci ricorda quanto ormai la piattaforma sia diventata solo una macchina che genera soldi e che ci bombarda continuamente di pubblicità, sono ormai lontani i tempi della condivisione di fotografie…

di Naike Rivelli Naike Rivelli

Lo Sharentingate è scoppiato, diventando sempre più sconcertante e allarmante. Gli utenti di Instagram sono alquanto destabilizzati, non si può più ignorare il fatto che le regole non valgono per tutti, anzi. In quanti hanno fatto richiesta della famosa spunta blu? E ancora, in quanti hanno segnalato account di minorenni e contenuti erotici che non dovrebbero essere su Instagram? Dopo le accuse di milioni di utenti del web contro i follower della Ferragni per aver: cyberbullizato, segnalato e in fine, fatto chiudere l’account della minorenne Giulia Dedola, di soli undici anni, arrivano le alquanto sconclusionate giustificazioni del signor Alessio Cimino, rappresentante di Meta Instagram Italia. Arriva quindi un volto. É da molto tempo che sia io che altri segnaliamo account di baby-influencer, di fanpage di minori e di account erotici a Meta Instagram Italia. Nessuno di noi ha mai ricevuto risposta. Eppure, a quanto pare, esistono degli umani veri anche nel Metaverso. L’ingiustizia è una cosa che non tollero, neanche la superficialità, e specialmente non accetto la mancanza di rispetto verso regole che sono imposte a tutti. Non dovrebbe esistere discriminazione a seconda del numero dei follower, uno status vip o un account che monetizza cifre importanti! A tutti i programmi di giornalismo e informazione devo dire una cosa importante: coloro che si sono accaniti (stampa tv radio) contro Giulia Dedola per il suo account “underage”, evidentemente non hanno fatto i compiti o, peggio ancora, non si sono informati come sarebbero tenuti a fare.

Naike Rivelli
Naike Rivelli

La policy di Instagram, che poi è la policy della maggior parte delle piattaforme social, è che c'è un'età minima per poter accedere a questi strumenti. L'età minima è 13 anni. Vorrei ricordare che Instagram è nato come piattaforma di condivisione fotografica. Oggi è diventato una macchina di soldi che genera milioni di euro e ci bombarda di pubblicità come se fossimo di fronte alla televisione. Chi gestisce una piattaforma così redditizia deve essere sempre all'avanguardia, deve avere un team altamente vigilante e scrupoloso nelle sue valutazioni, soprattutto sugli account da loro autentificati con la spuntina blu. Non è possibile che l'Italia sia piena di bambini che lavorano come baby influencer. Se voi di Meta siete incapaci di trovarli basta una ricerca su Google. Cosa che il vostro team meticoloso avrebbe dovuto fare da tempo. Anche perché questi bambini lavorano a full time online con tanto di pubblicità e collaborazioni. Non potete distribuire spuntine blu a pioggia solo a chi monetizza il vostro social. È gravissimo. Tutti pronti a dire la loro e a dare giudizi senza dietrologia. Che paura! Siccome nessuno vuole parlare di queste cose ci penso io, vi illumino. Mi domando poi se il gruppo Meta Instagram Internazionale sa che in Italia gestiamo in maniera così strana e ambigua le loro community guidelines.

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