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I giornalisti palpati al Milano Pride erano uomini, poi donne, infine chissà. E se alla fine scoprissimo che è opera dei “servizietti deviati” mandati da…?

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

1 luglio 2024

I giornalisti palpati al Milano Pride erano uomini, poi donne, infine chissà. E se alla fine scoprissimo che è opera dei “servizietti deviati” mandati da…?
Risalire al presunto colpevole della molestia al Milano Pride, avvenuta durante la conferenza stampa di Elly Schlein, non è facile: è donna o uomo (sempre che al Pride questo conti)? Qual era il suo orientamento sessuale? Impossibile stabilirlo senza conoscere il sesso delle persone palpeggiate. Ora, però, la reporter di Fanpage, Chiara Daffini, ha detto che il molestatore era un uomo e le giornaliste donne. Ma siamo sicuri che sia così? Fratelli d’Italia, infatti, non specifica il genere, mentre il Pd parla semplicemente di “cronisti” (dunque uomini?). Il Giornale, invece, parla di “tre donne e un uomo”. A noi, comunque, è venuto un dubbio: non è che siamo di fronte all’opera di un infiltrato, un agitatore? Insomma, non è che sono stati i “servizietti deviati” a far sentire la loro “presenza”? Chissà, a mandarli potrebbe essere stata (per scherzare, ci mancherebbe) proprio Giorgia Meloni. Ecco perché non è da escludere che siano stati i servizietti a “polpare” (così titola Il Giornale) quelle persone al Milano Pride

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Al Milano Pride i servizietti deviati fanno sentire la presenza? Oggi ci punge vaghezza di essere complottisti e investigativi. Saremmo anche andati a infiltrarci ma fa caldo. Ci riferiamo alle molestie subite dai quattro giornalist* al Milano Pride durante la conferenza stampa di Elly Schlein. Mettiamo l’asterisco non per essere politicamente corretti ma perché non si sta riuscendo a capire il sesso degli autodichiarati molestati. Questi giornalisti avidi di dettagli una volta che li molestano non sono capaci di raccontare neanche come e chi li ha molestati. Lo sappiamo che parlare di identità sessuale binaria a proposito del Pride è più o meno un abominio, ma quello che ci interessava conoscere era l’orientamento sessuale del presunto molestatore e questo lo si può dedurre solamente dal sesso (apparente, apparente, per carità) dei molestati e non ci risulta che prima delle molestie si siano messi a chiacchierare, molestante e molestati, acciocché si mettesse in chiaro chi si identificava con chi. Ma comunque. Cinzia Pellegrino, senatrice di Fratelli d’Italia e coordinatore nazionale del dipartimento vittime del partito (hanno davvero questo dipartimento?) manda un comunicato in cui invita Elly Schlein ad agire tempestivamente: “Il fatto che le vittime siano degli uomini non può e non deve sminuire quanto accaduto”. Uomini dunque. Certo, anche se siamo al Pride, immaginarsi quattro cronisti abituati, come si dice, a battere la strada che cacciano l’urletto e si fanno prendere dallo svenimento perché hanno fatto sentire loro “la presenza” ci risulta difficile. Etero, gay o fluidi bastava girarsi e dire: “Che minchia appoggi?”. E quello avrebbe potuto rispondere: “La mia”. Discorso chiuso. Giornaliste Ita(g)liane manda un comunicato in cui esprime “solidarietà e vicinanza ai colleghi e alle colleghe che ieri, durante il Milano Pride, mentre erano impegnati nel seguire l’evento, hanno subito molestie da parte di un ragazzo che li ha palpeggiati e si lasciato andare a gesti espliciti”. Due cose: innanzitutto si dice “colleghe e colleghi”, prima le donne, e Giornaliste Ita(g)liane dovrebbero saperlo. Seconda cosa: vogliamo sapere quali sono questi gesti espliciti, perché essi cambiano se un uomo li compie rivolto a una donna o a un altro uomo. Faceva avanti e indietro con la mano chiusa a pungo come un comunista che vuole fare avanti e indietro? O usava il pugno portandoselo alla bocca facendo il gesto come di lavarsi i denti? Sono dettagli importanti, questi, per risalire all’identità del presunto colpevole.

Milano Pride 2024 con Elly Schlein e Alessandro Zan
Milano Pride 2024 con Elly Schlein e Alessandro Zan

Fanpage fa il nome della propria videoreporter molestata: Chiara Daffini. Apprendiamo che almeno una è donna. Dopodiché il cdr della stessa testata pubblica una nota di solidarietà “alla collega videoreporter Chiara Daffini e alle altre giornaliste che sono state molestate ieri durante il Pride di Milano 2024”. Tutte donne allora. No. Il Giornale, oggi, scrive: “Le vittime sono quattro giornalisti, tre donne e un uomo, presi di mira sabato pomeriggio da un uomo sui quarant’anni. Ha approfittato della ‘tonnara’, per dirla in gergo, ossia degli spazi ristretti in cui si sono ritrovati a lavorare i giornalisti per registrare le dichiarazioni di Schlein”. Tonne e tonni, dunque, sarebbero stati presi di mira. Il Giornale arriva a titolare: “Polpa i giornalisti: via alle denunce” e non possiamo non pensare al termine siciliano “puppo” o “puppa” per indicare gli omosessuali: significa “polpo” (o appunto “polpa”) e si basa sulla maldicenza che vorrebbe gli omosessuali tendenti al palpeggiamento furioso, tentacolare, motivo per cui un altro termine usato dai siciliani nello stesso senso è “calamaro”. Ecco, il refuso molto sfottò (da parte di un giornale di destra), le molestie avvenute proprio durante la conferenza stampa di Elly Schlein (e che ne mancavano posti dove palpare felici – e ricambiati – al Pride?), le informazioni contraddittorie, e le molestie subite anche dalla videoreporter proprio di Fanpage, testata che ha pubblicato il reportage sotto copertura “Gioventù meloniana”, ma anche la bravura del molestatore, veni, vidi, palpai e puf, mi dileguai, fanno sorgere il dubbio. Volendo screditare il Pride con uno scandaletto sessuale cosa di meglio di un infiltrato, di un agit prop? O addirittura dei servizietti deviati che fanno sentire la loro “presenza”? Immaginiamo la segretissima riunione dove si dice: “Abbiamo un servizietto da affidarti. Tu, adesso, vai a polpare”.

il Giornale
Il titolo del Giornale
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