Cosa succede se un personaggio pubblico, amato e stimato da tutti, dopo aver deciso di promuovere iniziative benefiche per aiutare i bisognosi e le persone in difficoltà, viene scoperto a sottrarre (illecitamente) il denaro raccolto per scopi personali? Nell’ultimo anno in Italia abbiamo assisto all’esplosione del “Pandoro gate” che in pochi mesi ha completamente distrutto l’immagine pubblica di Chiara Ferragni, passata da essere l’influencer più importante d’Italia, con un patrimonio di 40 milioni, una carriera in ascesa, diverse sponsorizzazioni e perfino una co-conduzione a Sanremo, a essere ripudiata da tutti, condannata per pratiche commerciali scorrette proprio per la mancata trasparenza nella sua attività benefica con Balocco e con una credibilità da ricostruire da zero. Eppure, per quanto il caso di Chiara Ferragni abbia in effetti deluso (soprattutto i suoi fan), trattandosi di un personaggio pubblico con moltissima visibilità, l’influencer della Blond Salad non è (purtroppo) un caso isolato, ma anzi. Ora è infatti il turno della supermodella britannica Naomi Campbell.
La “Venere nera della moda”, come viene spesso chiamata dalle riviste e magazine di moda, conosciuta in tutto il mondo, che ha posato e sfilato per brand come Versace, Louis Vuitton, Dolce & Gabbana, Chanel e Dior, solo per citarne alcuni, è infatti stata formalmente messa al bando dal mondo delle associazioni caritative britanniche per almeno 5 anni, dopo che un’inchiesta amministrativa degli ultimi due anni ha rivelato che la donna avrebbe utilizzato la sua immagine e il suo ruolo, per sottrarre denaro destinato a scopi benefici, impiegandolo invece per scopi personali. Le indagini hanno in particolare analizzato le attività di circa 6 anni (dal 2016 al 2022), arco di tempo in cui Naomi era stata volto promotore dell’associazione Fashion for Relief.
Le autorità della Charity Commission, incaricata di sorvegliare sulle ong benefiche del terzo settore, hanno rivelato che Naomi avrebbe sottratto denaro per scopi che nulla avevano a che fare con la beneficenza: hotel di lusso a 5 stelle, trattamenti spa, spese per la sicurezza privata, spese personali per sigarette, fino addirittura e spese non per sé, ma per le sue socie e collaboratrici. Queste solo alcune della attività di Naomi che sarebbero state pagate con i soldi raccolti attraverso la Fashion for Relief, per cui ora sarà costretta a rimborsare (almeno) 345.000 sterline spese impropriamente. Una “brutta storia” come si suol dire in questi casi, che delude moltissimi fan, ammiratori, ma anche collaboratori di Naomi, che solo un mese fa aveva sfilato sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia, in occasione di un’iniziativa benefica del suo amico e collaboratore (presunto fidanzato) Mohammed Al Turki, produttore cinematografico saudita e soprattutto, filantropo di lunga data. Si spera che dopo questo vergognoso caso Naomi abbia “imparato la lezione”, ma soprattutto, che le iniziative benefiche successive, degli ultimi due anni, siano invece state corrette e trasparenti. Altrimenti siamo punto e a capo. Intanto la top model ha rilasciato una prima dichiarazione, piuttosto imbarazzata, sulla vicenda: “Non avevo il controllo della mia organizzazione benefica” ha dichiarato, “ho messo il controllo nelle mani di un legale…”