Il Consiglio comunale di Palermo ha scelto a sorpresa di non aderire al Pride che si terrà del prossimo 22 giugno fra le principali vie della città. Una decisione che ha lasciato senza parole i molti consiglieri di opposizione e tantissimi cittadini, oltre alla comunità Lgbtq+, ormai affezionati alla coloratissima marcia per i diritti. Fra la lunga lista di sorpresi c’è forse anche il primo cittadino, Roberto Lagalla. L’ex rettore dell’Università degli Studi di Palermo, infatti, dall’inizio del suo mandato si è sempre mostrato vicino a questi temi, mostrando grande sensibilità. Così lo abbiamo intervistato per capire come intende muoversi e ci ha spiegato che la questione non è come sembra.
Lagalla, perché secondo lei il Consiglio comunale di Palermo ha deciso di non aderire al Pride?
Prima di tutto è sbagliato parlare di mancata adesione, ma prendo atto che qualcuno, probabilmente delle opposizioni, abbia voluto far passare questo messaggio strumentalizzandolo. Nella notte tra venerdì e sabato scorso è stato bocciato un ordine del giorno in un momento molto delicato durante il quale il Consiglio comunale stava discutendo, per poi approvare, il Regolamento sulla movida, un documento atteso da tanto tempo dalla città. Come si può intendere, un tema come il Pride e la movida non hanno alcuna attinenza.
E quindi?
Ecco perché la maggioranza ha deciso in modo compatto di bocciare quell’ordine del giorno. Perché in quel momento era fondamentale andare spediti al Regolamento movida. Detto ciò, non è un ordine del giorno in Consiglio comunale che può, sul tema del Pride, dettare la linea al sindaco e all’amministrazione.
L’anno scorso, nonostante la presa di posizione del suo ex vicesindaco Varchi, lei era al Pride.
La mia posizione resta quella delle due edizioni da quando sono sindaco e io devo e voglio essere il sindaco di tutti. Ma direi che questa è la mia posizione da sempre, dato che in occasione del primo Pride a Palermo, oltre dieci anni fa, il primo ente pubblico a patrocinare la manifestazione è stata l’Università quando io ero rettore. Questa amministrazione in tema di diritti civili non arretra, ma sempre con profondo rispetto per le diverse sensibilità presenti nel quadro della maggioranza.
Pensa che nei prossimi giorni i consiglieri comunali che hanno votato per non aderire al Pride possano cambiare idea?
Intanto, proprio per le cose che ho spiegato in precedenza, posso assicurare che ci sono tanti consiglieri comunali di maggioranza che sostengono il Pride. Ripeto, questo è un tema sul quale sono presenti diverse sensibilità e credo anche sia giusto così, tenendo in piedi un dibattito il più possibile sano e costruttivo.
Aderire, nonostante magari si possa essere in disaccordo, non sarebbe l’ennesimo segno di civiltà nei confronti della comunità Lgbtq+?
Ognuno deve agire secondo coscienza e sempre nel rispetto civile delle posizioni altrui.
Come valuta i suoi primi anni come sindaco di Palermo?
Tra qualche mese saranno passati due anni. Difficilissimi, durante i quali siamo stati impegnati a salvare dal baratro del dissesto il Comune, approvando qualcosa come 10 bilanci, firmando un patto con lo Stato e riorganizzando l’assetto degli uffici. Di fatto, è come se questo ente fosse ripartito da zero. Io capisco che queste cose, giustamente, il cittadino non le veda e non riesca a percepirle, ma sono passaggi necessari per rimettere in moto il Comune. Nel frattempo, però, credo siano stati raggiunti alcuni risultati importanti e visibili, dall’aver eliminato lo scempio del cimitero dei Rotoli con le 1.400 bare accatastate negli uffici e nei viali, ad alcune opere pubbliche completate o che hanno fatto passi in avanti o l’aver ricominciato a fare strade, alcune delle quali non venivano asfaltate da più di vent’anni.
Quanto mancherà nel team dell’amministrazione comunale una figura come l’onorevole Carolina Varchi?
L’onorevole Varchi è stata una figura fondamentale proprio per alcuni dei risultati di cui parlavo prima. Con la sua delega al Bilancio è stata un punto di riferimento decisivo per rimettere a posto i conti del Comune. E per me un punto di riferimento umano e professionale sul quale ho sempre potuto contare. Non voglio dire che mancherà perché sono convinto che continuerà a fare sentire il suo appoggio a questa amministrazione e a lavorare per Palermo. Sono contento che per sostituirla abbia assunto il ruolo di vicesindaco Giampiero Cannella, altra figura di spessore politico e umano, e Brigida Alaimo che ricoprirà la delega del Bilancio e con la quale l’approccio è stato davvero costruttivo e di piena sintonia.
Cosa devono aspettarsi i palermitani dal sindaco Lagalla e dalla sua giunta per questo 2024?
Visto che siamo a 400 anni dall'anniversario di Santa Rosalia, credo che tutti noi dovremo dedicare il nuovo anno al ricordo, alla devozione, ma soprattutto a proporci come cittadini migliori anche di fronte alla nostra Patrona. Dalla giunta continuare a mettere tutto il massimo impegno per continuare il processo di rinascita di questa città.
È presto per parlare di una sua ricandidatura?
Ho parlato di processo di rinascita e in questo momento sono davvero troppo focalizzato sul presente affinché i palermitani vedano sempre di più nuovi miglioramenti, in particolare sui servizi. Per il futuro c’è tempo.