Sincerità per sincerità, si può sostenere il mondo arcobaleno e contemporaneamente simpatizzare a destra. È il caso di Arisa, al centro della gogna social per le sue affermazioni al programma La Confessione. Incalzata da Peter Gomez, l'ex madrina del Pride si è schierata dalla parte del premier: “La Meloni mi piace perché ha molta cazzimma. Questa cosa andrà contro di me. Una volta ho fatto un discorso dicendo che la signora Meloni mi piaceva. Tutti i miei amici mi avevano sconsigliato di farlo, affermando che sarei stata accusata di essere fascista”.
E continua: “Le sue non sono posizioni aperte, ma secondo me si comporta come una madre molto severa e spaventata. Una madre che non è solo madre di un figlio, ma ne ha quattro, e allora sembra che lei faccia cose che vadano bene per tutti e quattro i figli, magari penalizzandone uno… Ci vuole tempo, da parte nostra serve un cambio di atteggiamento: non sempre in lotta, ma in dialogo”.
Dialogo a cominciare dai prossimi gay pride di Roma e Milano, cui Arisa dovrebbe prendere parte: “Vorrei cercare di ampliare la rappresentanza nei media, la comunità non è fatta solo di macchiette e di cose oscene e plateali, ma anche di gente come tutti, colta, dobbiamo smettere di spaventare, anzi chi fa un certo percorso, spesso tormentato e difficile, sviluppa una sensibilità maggiore, è un grande dono per tutta la comunità…”.
Un discorso imperdonabile per la comunità LGBTQ, che si è sentita tradita dalla sua paladina. C'è chi la insulta, chi la ripudia perfino come artista. “Ora scusate, vado a togliere La notte su Spotify”. Chi l'accusa di essere salita sul carro del vincitore, alla ricerca di un facile pass per Sanremo. “Diciamole addio”, manco avesse ucciso qualcuno.
Ma a ben vedere, le parole di Arisa meritano davvero la stigmatizzazione?
In fin dei conti non ha mai detto di concordare con la linea della Meloni, anzi l'ha invitata a cambiare idea. In fin dei conti non ha offeso gli esponenti LGBT, neanche col termine (fraintendibile) “macchiette”. Piuttosto ha criticato i partiti che considerano il Pride una carnevalata. Fronte contrarietà all'utero in affitto, anche all'interno della comunità arcobaleno c'è chi non condivide tale pratica. Allora, qual è la colpa di Rosalba Pippa? L'unica: sottrarsi agli attacchi verbali e mostrare simpatia per il presidente del Consiglio, al contrario di altri vip.
Controvento. C'è chi preferisce il dialogo alla Resistenza passiva (chissà se è ancora in vigore quella della Michielin), incurante delle prevedibili critiche. Sincerità per sincerità, è addirittura più utile così.