Con le elezioni ormai alle porte, e una campagna elettorale in mano agli influencer, è facile imbattersi nelle opinioni più disparate dei vip su questo o l'altro partito. E così anche Iva Zanicchi, in un'intervista fresca di giornata, espone le sue simpatie per il centrodestra, e in particolare per la leader di Fratelli d’Italia, per quello che ha costruito. "La Meloni a Palazzo Chigi? Come donna faccio il tifo per lei perché è una persona capace ed stata sempre coerente. È una donna di buona volontà. Sarebbe bello se diventasse la prima donna italiana presidente del Consiglio".
Ma la confessione dell'Aquila di Ligonchio fa storcere il naso ai più. E sui social sono critiche a destra e a manca, e non solo per il nudo integrale a sorpresa sui social (pare che il profilo della nostra sia finito in mano agli hacker). Ma qual è la colpa della cantante di Zingara? Che è da sempre una donna di destra, tanto per richiamare alla memoria. E infatti non ha mai nascosto la sua stima per Silvio Berlusconi, e con Forza Italia è stata anche candidata ed eletta a Bruxelles. Stima che non è cambiata nel tempo, come rivela nella stessa intervista (all'Adnkronos): "Silvio Berlusconi riserva sempre delle sorprese e potrebbe fare la differenza e venire fuori molto bene da queste elezioni. L'importante è fare una buona campagna elettorale e mantenere fede a quello che si dice". E aggiunge ancora: "Ho sempre amato Berlusconi, l'ho sempre stimato moltissimo e ho sempre creduto nella sua forza e nella sua determinazione. Quello che spero è che valorizzi le persone valide che ha accanto e non quelle che non lo sono".
Ma frase sibillina a parte, la sua coerenza è fuori discussione. Eppure gli utenti social non perdonano. Questo perché esiste una credenza ben radicata, e non solo in Italia, che guarda di buon occhio solo le invettive dell'artista definito impegnato, quello per intenderci tanto amato dall'altra parte. Come se fossero le uniche posizioni degne di essere considerate.
E così, mentre la Zanicchi colleziona insulti caldi caldi, è facile, per un Fedez qualsiasi, racimolare consensi a catena, anche se le sue prediche non sono sempre intoccabili. Un esempio? Subito servito. Il nostro Federico Lucia è un grande amico dei diritti civili (molto bene), ma meno dei lavoratori e delle tasse (meno bene). E così quando sul palco del primo maggio 2021 gonfia il petto per il tentativo di censura della Rai, che per ragioni di opportunità gli chiedeva di modificare il discorso sul tema dell'omosessualità, durante il quale avrebbe riportato le oscenità degli esponenti leghisti, omette però allegramente di citare i diritti dei lavoratori. D'altronde prende in prima persona una barca di soldi da Amazon (è testimonial), nota in tutto il mondo per le condizioni a cui sottopone i suoi dipendenti. E quindi subito giù una valanga di ipocrisia, ma che piace tanto alla gente. Perché è difficile parlare male dell'impegno politico di Fedez, che ha quasi sempre i nemici giusti per l'opinione pubblica.
E che aggiungere sui Måneskin, che da rockettari provincialotti mandano al diavolo Putin sul palco del Coachella e poi al Circo Massimo ancora. Perché sfanculare il regime russo sì, fa molto comodo alla band che vuole emergere in America. Ma sfanculare le altre decine di guerre no, meglio non inimicarsi gli amici degli States. Eppure solo plausi per i quattro temerari romani, non c'è di che.
E ultima, di un lungo elenco per la verità, Elodie, che duella verbalmente a giorni alterni con la numero uno di Fratelli d'Italia. E talmente presa dalla smania di sputtanarla, finisce (e solo pochi giorni fa) per condividere su Twitter anche il programma elettorale passato. Ma la nostra, madrina anche del Pride, è ormai il volto della nuova sinistra che avanza, e che va a sostituire le Mannoia, le Murgia, gente ormai superata. E in fondo ogni stagione ha la sua sinistra in Italia, e i suoi intermediari.
Ma gli artisti di destra sono così pochi (vedi alla voce anche Rita Dalla Chiesa o Rita Pavone) che quando si esprimono fanno notizia. E quando parlano vengono insultati e sputtanati senza pietà, e proprio per via di quell'immaginario comune che definisce gli intellettuali di sinistra e basta. Un cliché che ha pure un po' stufato. Ma saranno liberi questi artisti di parteggiare per chi gli pare? E fatevene una ragione, le loro opinioni non contano meno delle altre.