Aver dichiarato a Vogue Italia d'essersi affidata a una consulente d'immagine per la sua figura pubblica ha fatto finire Elly Schlein al centro delle polemiche e delle ironie. Ma è stato uno scivolone o una strategia? In realtà si tratta di un'intervista intelligente, a tratti quasi divertente, dove la segretaria del partito ha dichiarato di rivolgersi a una consulente d'immagine che l'ha sottoposta pure a una seduta di armocromia per capire quali sono i colori che la valorizzano di più. Ma questa semplice ricerca dei "colori donanti" ha scatenato l'inferno, perfino Calenda si è sentito in dovere di intervenire in merito sottolineando che lui ignori cosa sia l'armocromia e lasciando sottintendere che la moda e la passione per la stessa siano una cosa "frivola". Noi di MOW però non ci accontentiamo di sapere quale sia il colore che sta meglio alla Elly, noi vogliamo scoprire di che precisa tonalità è la Schlein e cosa si addice ai suoi colleghi e avversari politici. E per farlo ci siamo rivolti a un cromatologo di tutto rispetto: Ubaldo Lanzo.
Ubaldo cosa ne pensi del fatto che la segretaria del pd abbia preso una consulente d'immagine? Fuori luogo?
Ma no perché mai? È una cosa che ultimamente va molto di moda, molte manager si appoggiano a figure come questa. Stiamo parlando di una consulenza, nessuno poi la obbliga a seguire i pareri. Ma poi sono soldi suoi, se si sente più tranquilla qual è il problema? Una volta Brioni consigliava Berlusconi e nessuno l'ha mai criticato per questo.
Enrica Chicchio, la consulente d'immagine in questione, arriva a prendere fino a 300 euro all'ora, ti sembra cara?
Prima di tutto è una libera professionista, quindi è legittimata a tenere le tariffe che ritiene più opportune. E poi sono nuovi lavori, difficili da inquadrare. Spesso vengono sminuiti, ma credo che col tempo verranno molto valorizzati.
Ubaldo, di che colore è Elly Schlein?
La vedo assolutamente come un "turchese nativo d'America" una tinta che vira moto verso il blu. "Turchese", colore della madre terra, ci racconta di una persona che vorrebbe lasciare un'impronta. Crede profondamente in quello che sostiene e lo argomenta con razionalità, ma è piena di dubbi su sé stessa. Per il popolo però, lei c'è, è presente. Quindi si, è proprio un "turchese nativo d'America" con delle venature bordò, questo fa di lei un'amazzone. Madre terra con venature di guerriera.
Che ci dici degli altri leader politici, tipo Meloni?
La premier in questo momento è un giallo limone. Il giallo è un primario, appare, si fa vedere, e non per narcisismo, semplicemente lo noti. È molto brava a vendere, a dimostrare. È un colore che comunica il desiderio di voler comunicare altro, sembra quasi dire: "Non guardate alla mia coloratissima follia, ma badate a quello che faccio, a quello che produrrà il mio eclettismo". Vorrebbe stravolgere qualcosa, lasciare un segno, ma è frenata da ideali di appartenenza. Un colore che ti porta a cercare di spiegare il tuo punto di vista, ma se non lo capisci puoi andare a quel paese.
Salvini?
Grigio antracite. Nero e punte di bianco. È un colore di spugna, come il nero. Vede, assorbe, controlla e vorrebbe fare suoi principi e ideali anche di altri. Il bianco, nel suo caso, è dentro di sé è in un cubo. È protetto da sei facce e finché non le sfonda verrà sempre frainteso. Dovrebbe ravvivarlo con del beige, che ti rende più comprensivo con te stesso.
Renzi?
Verde chiaro figlio di due primari, il verde e il giallo. E' un sognatore errante, non navigante. Vaga da un porto all'altro alla ricerca di concretezza. In questo periodo anche spirituale. Il verde poi lo porta ad allontanarsi dal vero sogno e l'ha portato a essere razionale e meno sognatore.
La Russa?
Lo vedo come un bianco antico. C'è per gli altri, ma non per se stesso. Dentro di sé è tutto un casino. Potrebbe diventare un'emanazione del bianco, potrebbe diventare un bianco optical, ma non lo fa. Troppo caos interiore.
Giuseppe Conte?
Bluette. Appartiene al blu, alla razionalità. Un "colore bacchettone" con sé stesso e di imposizione. Va alla ricerca della perfezione, sapendo che non esiste e cercando e ricercando una forma per essere apprezzato e meno giudicato. È un po’ pesante.
La Bonino?
È un arancio puro. Rispecchia il suo modo di essere, sempre. Sia politicamente che privatamente. È una donna che ragiona, che ti fa ragionare. Una di quelle che se hai fame ti insegna a trovarti da mangiare. Lei è il ragionamento. È un "rosso bacca scandinava". Ha in sé l'eclettismo dell'artista dato da una punta di giallo.
Ultimo ma non ultimo, Berlusconi?
Un rosso acceso. Un rosso primario che si può trasformare in fané o rosso brillante. Appartiene a quella categoria di formazione dell'io. Si è costruito uno schema interno, una scaletta di presentazione di sé stesso. "Io ci sono, mi ascoltate? Io vi do un equilibrio". Un professore che sente la necessità di "dirti cose". E se non lo fa sta male. È un rosso di presenza, "Io ci sono" non come politico ma come uomo.