Alle 7:47 di mercoledì scorso Artemis 1 è partita per la Luna. Senza dubbio è la missione spaziale più importante degli ultimi anni, pensata per sperimentare lo Space Launch System (SLS), il razzo pensato per l’invio sulla Luna di un equipaggio a bordo della capsula da trasporto Orion installata nell’SLS. Il governo americano ha scelto di affiancare varie agenzie spaziali nella realizzazione di un viaggio che potrebbe portare in futuro alla costruzione di una stazione lunare. Tra i satelliti che verranno sganciati dallo stadio superiore del razzo anche l’ArgoMoon, dell’azienda italiana Argotec. Proprio così, l’Italia sarà più vicina che mai alla Luna, grazie a una missione congiunta con gli USA. Ok, ma di che azienda stiamo parlando? Si tratta di una realtà specializzata in design engineering, operazioni di supporto in missioni spaziali, e nell’addestramento di astronauti.
Tra i risultati più importanti dell’azienda, la produzione di Fermi, un computer di bordo per ambienti ostili, come lo spazio profondo, o l’Hack, un computer modulare con capacità di calcola e memorie enormi. La sede è a Torino dal 2008, anno di fondazione dell’azienda per iniziativa di David Avino, un informatico e ufficiale per 8 anni della Brigata Paracadutisti italiana, membro di commissioni e istruttore certificato NASA ed ESA. Tra gli altri ha addestrato, udite udite, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti.
Gli uffici di Argotec sono anche in America, nel Maryland, dove collabora con la NASA. Nonostante lo stretto legame con gli USA, anche le collaborazioni con l’UE e con il nostro Paese sono solidissime, tanto da essere diventata nel 2018 prima contractor di UTISS 2 (Utilisation of the International Space Station, ISS) per l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), garantendo supporto a tutti i payload italiani (il carico utile spedito nello spazio) sulla Stazione Spaziale Internazionale. Argotec ha un fatturato di 7milioni di euro ed è l’unica azienda europea a essere stata chiamata per il progetto. Il motivo? Argotec ha lanciato una proposta rivoluzionaria: ArgoMoon, il satellite italiano, servirà a registrare immagini dell’attività del secondo stadio del nuovo SLS, dopo essere stata sganciata. Grazie all’uso di sofisticate intelligenze artificiali a bordo, il microsatellite sarà operativo da subito e potrà raccontarci i passi successivi, quelli più vicini alla Luna.
Ma non finisce qui. Argotec ha lavorato a lungo nella speranza di rendere più familiare il satellite dei poeti per antonomasia alla Terra, almeno da tre anni, quando ha iniziato a progettare Andromeda, un sistema commerciale di comunicazione lunare funzionante grazie a una rete di microsatelliti che saranno in grado di fornire dati, voce e immagini agli astronauti. Si tratta di 24 satelliti che si muoveranno in 4 orbite ellittiche, in modo da rimbalzare il segnale tra Luna e Terra. In altre parole, l’attività dell’azienda italiana è vera avanguardia nel settore e offre garanzie di professionalità e successo che hanno permesso agli italiani di toccare la luna … con un dito.
Tuttavia l’Italia ha contribuito ulteriormente al lancio di mercoledì, grazie alla tecnologia fornita da Leonardo, l’azienda partner per la difesa del governo italiano. Parliamo di pannelli solari, sistemi di distribuzione di potenza della navicella e di impianti di protezione da micrometeoriti per l’SLS. L’Italia sul tetto del mondo. Di più. A 384mila chilometri e più dal cielo.