Quattro anni fa, Elon Musk, per inaugurare il suo potente Falcon Heavy, il razzo di SpaceX, si era inventato un lancio del tutto particolare. L'obiettivo dell'inedita trovata pubblicitaria (che ai tempi fece scalpore) è ormai risaputo: con il lancio non si portava in orbita un satellite o una sonda per esplorare Marte. Falcon Heavy aveva a bordo, infatti, una Tesla Roadster rosso ciliegia con un manichino vestito da astronauta, chiamato Starman, che si allontanava nel suo viaggio spaziale verso il Pianeta Rosso su note di bowiana memoria (Life on Mars).
Ma il sofisticato calcolo di rotta si è rivelato presto errato: la macchina, con al volante il manichino spaziale, ha imboccato infatti l'orbita sbagliata. Ad accorgersene l'astronomo Jonathan McDowell, dell'Harvard- Smithsonian Center for Astrophysics, che ha replicato al tweet orgoglioso in cui Musk diceva "La mia macchina è in orbita attorno a Marte", precisando: "Purtroppo no, è in orbita attorno al sole, solo che in questo momento sta passando per l'orbita di Marte".
L'auto sportiva risulterebbe è ancora integra, ma starebbe facendo un percorso orbitale solitario attorno al sole, viaggiando fino all'orbita di Marte e altre volte vicino all'orbita terrestre. Insomma, l'auto non sta effettuando alcun viaggio scientifico.
Secondo il sito web di monitoraggio (che utilizza i dati della NASA per tenere sotto controllo la vettura) la Tesla passerà di nuovo vicino al Pianeta Rosso solo nel 2035, per poi avvicinarsi alla Terra nel 2047 e nel 2050. Inoltre, seguendo i calcoli di una ricerca dell'università di Toronto, le probabilità che l'auto si scontri con il nostro pianeta nei prossimi 15 milioni di anni è pari al 22%. Dunque, tra qualche milione di anni, i nostri (eventuali) "discendenti" potrebbero veder arrivare una macchina verso di loro (si spera il più possibile polverizzata dopo l'impatto con l'atmosfera), una vettura lanciata nello spazio per mera pubblicità. D'altra parte lo stesso Musk, al momento del lancio, aveva detto che voleva fosse "la cosa più stupida che si possa immaginare".