Da Sunset Boulevard a Cinecittà. The Hollywood Reporter, rivista leader dell’intrattenimento statunitense a sfondo cinematografico, è pronta ad aprire la sua prima edizione europea in quasi cent’anni. E ha scelto di farlo a Roma, dove da aprile debutterà con una piattaforma multimediale dedicata: pubblicazioni cartacee, sito web e una rete di comunità con lo scopo di promuovere gli eventi locali e continentali legati all’industria del grande schermo. La direzione del magazine italiano sarà affidata a Concita De Gregorio, firma di Repubblica e già a capo dell’Unità dal 2008 al 2011. “The Hollywood Reporter Roma nasce con l’obiettivo di valorizzare la qualità e la creatività italiana nel mondo”, De Gregorio presenta il nuovo progetto. “I media audiovisivi sono diventati parte centrale del processo di educazione e apprendimento per le nuove generazioni e continueranno a esserlo”. L’iniziativa nasce grazie alla collaborazione tra Penske Media Corporation, editore del magazine negli Stati Uniti, e la controparte italiana Brainstore Media. “Avevamo la necessità di creare una partnership internazionale con un marchio autorevole”, spiega Gian Marco Sandri, amministratore delegato dell’azienda. “Nell’editoria dell’intrattenimento esiste uno spazio di mercato da colmare, che segue la crescita esponenziale delle piattaforme di streaming. E poi la convergenza del Made in Italy d’eccellenza tra arte, sport, musica e cinema può ulteriormente rafforzare il ponte fra Roma e Hollywood”. Rispetto all’originale, l’edizione nostrana avrà cadenza quindicinale e ospiterà anche degli spazi rivolti al cinema di altri paesi europei. Se l’esperimento dovesse funzionare, la rivista potrebbe infatti valutare nuove aperture oltreoceano.
La notizia arriva a ridosso della notte degli Oscar 2023. E quello di Roma non è un caso isolato: soltanto a gennaio si era tenuto il lancio di The Hollywood Reporter Japan, la versione nipponica che porterà il magazine sul mercato asiatico. Sono entrambe destinazioni oculate, che da Fellini a Kurosawa riflettono la profonda tradizione cinematografica dei due paesi – il primo in assoluto e il primo non europeo per numero di premi Oscar vinti per il miglior film internazionale, Italia 14 e Giappone 5. Si tratta di un doppio step all’interno di una più ampia strategia di internazionalizzazione e brand extension, intrapresa dal settimanale in questi ultimi tempi. La storia di The Hollywood Reporter è lunga e sfaccettata. Fondato nel 1930 da William Wilkerson, fino agli anni Cinquanta il magazine è stato tra i principali motori della propaganda anticomunista nell’industria dello spettacolo: la famosa “Lista nera di Hollywood”, che ha a lungo ostracizzato dei fuoriclasse della regia come Dalton Trumbo, è nata a partire da una rubrica dello stesso Wilkerson nel 1947 – a cui, sessantacinque anni dopo, sono seguite le pubbliche scuse del figlio sulla medesima rivista. Nel frattempo, The Hollywood Reporter si è progressivamente spostato dal sensazionalismo a contenuti più elaborati. In anni recenti The Times l’ha ribattezzato “il nuovo Vanity Fair”. E il magazine si è arricchito con firme di nicchia, ben oltre il cinema, come l’ex stella Nba Kareem Abdul-Jabbar. L’ultimo capitolo è iniziato nel 2020, sotto la direzione di Nekesa Mumby Moody, prima donna nera a ricoprire tale ruolo. The Hollywood Reporter ha così completato la sua transizione da pubblicazione commerciale a rivista di lifestyle e varietà culturale. Consolidando di pari passo la propria fanbase online: oltre 25 milioni di utenti unici mensili. Mancava solo lo sbarco all’estero. Fatto anche quello.