La “riforma Nordio” è uno dei banchi di prova più importanti per l’andamento del governo di Giorgia Meloni. Il ministro della Giustizia, l’ex magistrato Carlo Nordio, mette la sua firma politica su un insieme di modifiche al Codice penale, a quello di procedura penale e all’Ordine giudiziario che vanno a ridefinire gli assetti del sistema già ampiamente toccato dalla riforma di appena un anno fa, quella Cartabia (dal nome della ex ministra del governo precedente, guidato da Mario Draghi). Si tratta di un disegno di legge (Ddl), il n° 39 approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 15 giugno, e che perciò è all’inizio del suo cammino legislativo. I punti principali del complesso di nuove norme, contenute in 8 articoli, sono appunto otto. Vediamoli.
Abuso d’ufficio: abolito
Il reato di abuso d’ufficio viene abrogato. La motivazione addotta è che gli aggiustamenti apportati negli anni non avrebbero eliminato la sproporzione, giudicata abnorme, fra numero di indagati ed effettivo esito di condanne. Nel 2022, ad esempio su 3938 indagini aperte, 3536 sono finite con l’archiviazione. I “difensori” fanno osservare che si tratta di un utile reato-spia, che permette ai magistrati di individuare altri reati e illeciti nei meandri, spesso vischiosi per la quantità di cavilli e scappatoie, della pubblica amministrazione.
Tetto-limite al traffico di influenze
L’ambito di applicazione del traffico di influenze, ovvero degli scambi di favori illeciti, viene “limitato a condotte particolarmente gravi”, da cui vengono esclusi i casi di “millanteria”. La pena minima, tuttavia, è aumentata da 1 anno a 1 anno e 6 mesi. In dettaglio, le relazioni di un mediatore con il pubblico ufficiale devono essere non solo asserite e vantate, ma già sfruttate, esistenti, e devono consistere in un’utilità economica, in denaro.
Ennesima stretta sulle intercettazioni
solo le intercettazioni il cui contenuto sia "riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento". Mentre adesso non si possono pubblicare i nastri non acquisiti al procedimento, se passa il pacchetto Nordio non sarà più possibile per nessun dialogo, eccezion fatta per quelli che emergeranno esplicitamente dai faldoni ufficiali. Quindi nemmeno più quelle che si trovano nelle ordinanze di custodia cautelare, e in generale non più quelle depositate (e quindi non più segrete) ma non citate, motivando o dibattendo, dal magistrato. I giudici dovranno stralciare dai brogliacci e dai provvedimenti qualsiasi riferimento a persone “terze estranee”. I giornalisti potranno pubblicare
Basta appello da parte del pm e custodia cautelare più restrittiva
Il diritto di appello del pubblico ministero, cioè dell’accusa, dopo sentenze di assoluzione per reati di “contenuta gravità” non sarà più previsto. La custodia cautelare in carcere verrà decisa non più da un solo magistrato ma da un collegio di tre toghe. Prima, non dovranno interrogare preventivamente l’indagato in caso di pericolo di fuga o inquinamento di prova, ma solo in caso di pericolo di reiterazione, a meno di reati gravi commessi con l’utilizzo di armi o altri mezzi violenti. Anche qualora la riforma dovesse entrare in vigore entro un anno, si prevede già che la novità dei tre giudici non potrà tradursi in realtà prima di due anni, per le carenze di organico nella magistratura, per le quali si prevede l’assunzione di 250 nuovi giudici (la cui copertura finanziaria attende il via libera dal Ministero dell’Economia).
Avviso di garanzia “secretato” e giurie popolari più "anziane"
L’informazione, o avviso, di garanzia dovrà contenere in più, rispetto a oggi, una “descrizione sommaria del fatto”. La notifica dell'atto tramite la polizia giudiziaria viene limitata ai soli casi di urgenza. Viene sancito espressamente il divieto di pubblicare l'informazione di garanzia fino al termine delle indagini preliminari.La legge attuale prevede che le giurie popolari della corte d’assise (per esempio, in processi di mafia e terrorismo) non debbano essere composte da cittadini con età superiore ai 65 anni. Si sono verificati casi di nullità di sentenze perché negli anni un giudice popolare poteva superare quella soglia anagrafica. Con una norma di interpretazione autentica, la riforma Nordio stabilisce che il limite d’età si riferisce solo all’atto della nomina.
Concorsi più brevi per i magistrati
Per il concorso di accesso alla magistratura, Nordio vuole accorciare i tempi. Entro 8 mesi dall’ultima prova scritta, a differenza dei 9 attuali, dovrà essere definita la graduatoria e entro 10 (attualmente sono 12) i vincitori dovranno iniziare il tirocinio negli uffici giudiziari. Nel caso in cui i candidati che hanno consegnato gli scritti siano 2 mila, come nei recenti concorsi, la commissione esaminatrice verrà organizzata in 9 collegi e integrata, passando da 29 a 33 componenti oltre il presidente. L’obiettivo finale è che mensilmente siano esaminati gli scritti di almeno 600 candidati e, in seguito, vengano interrogati 100 candidati nelle prove orali. In caso di ritardi, la Commissione potrà essere integrata dai membri supplenti.con la stessa cadenza oltre il presidente.
I tempi dell’entrata in vigore
Dovrà anzitutto passare dallo studio (istruttoria) della Commissione parlamentare competente, che può apportare modifiche. Svolto questo passaggio, il testo passa alle assemblee di Camera e Senato, che esaminano ogni articolo e discutono, con possibili emendamenti, per andare alla votazione finale. Una volta approvata, la legge viene ratificata dal Presidente della Repubblica (che potrebbe anche, motivando, rinviarla alle aule, facendo ricominciare la discussione). Se invece la ratifica avviene senza intoppi, si giunge alla promulgazione e alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La legge entra in vigore quindici giorni dopo. Guardando alle ultime statistiche sul tempo medio di approvazione e applicazione, riferite al 2022, per un disegno di legge-delega possono volerci dai 3 ai 4 mesi. Ai quali va aggiunta la pausa estiva che normalmente si aggira sul mese: l’anno scorso, per l’esattezza, la Camera dei Deputati ha chiuso per 34 giorni e il Senato per 29. Il Ddl Nordio è un disegno di legge “delega”, ovvero delegato dal parlamento al governo per un riordino tendenzialmente complessivo di una materia, in questo caso la giustizia.