"Lo spread dell'amore" è il titolo di un libro pubblicato da Maria Carmen Lorusso. Per interpretare la bufera politico-giudiziaria che si sta abbattendo su Bari, partiamo da questo. Meglio ancora, dal sottotitolo: "istruzioni per trovare l'uomo Giusto o almeno non quello sbagliato". Si sa, chi dà consigli agli altri spesso incappa nell'errore che suggerisce di evitare, e Maria Carmen Lorusso non ha voluto trasgredire a questa regola non scritta. Lei l'uomo giusto lo ha trovato, il problema è che la definizione di giustizia, se non è inquadrata rigorosamente in un discorso etico, può essere paradossalmente sbagliata. L'uomo era certamente giusto per lei, ma contemporaneamente era sbagliato per le leggi della Repubblica Italiana. Lui, il marito, si chiama Giacomo Olivieri, ed è attualmente detenuto al carcere di Brindisi. Lei, invece, è agli arresti domiciliari dal 27 febbraio. Nella buona e nella cattiva sorte, come recita la formula. Ma chi sono Maria Carmen Lorusso e Giacomo Olivieri, e perché sono stati arrestati? Tutto nasce dall'operazione "Codice interno", condotta dalla polizia e coordinata dalla Dda di Bari, che tra carcere e domiciliari ha sbattuto dentro qualcosa come centotrenta persone. Politici locali, mafiosi, esponenti dei clan e un cantante neomelodico abbastanza famoso, Tommy Parisi, già figlio di un boss della malavita barese. Parisi, non molto tempo fa, aveva dichiarato di aver scelto un'altra strada rispetto a quella del padre. L'operazione di polizia era incentrata sui rapporti, quasi ormai proverbiali, tra mafia e politica. Secondo i magistrati che hanno portato avanti le indagini, ci fu nel 2019 uno scambio di favori tra le famiglie mafiose e l'avvocato Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, per favorire l'elezione della moglie, Maria Carmen Lorusso, come consigliere comunale. Ma non solo. L'operazione di polizia ha svelato anche alcune infiltrazioni criminali in aziende locali e nell'azienda comunale dei trasporti, più altre faccende criminalmente consuete: estorsione, traffico di armi, vendita di stupefacenti, scommesse, partite truccate e cose così. Per quanto riguarda l'Amtab, l'azienda di trasporti, risulta che fu imposta "l'assunzione di persone vicine o comunque imparentate con il clan Parisi [...] facendo riferimento alla necessità di rispettare una gerarchia di fatto all'interno dell'azienda". Amtab viene così commissariata, come l'azienda privata Maldarizzi automotive, un'attività barese di rivendita auto, anch'essa finita in mano agli uomini delle cosche.
“Se mia moglie non prende cinquecento voti a Japigia gli faccio lo stomaco a pezzettini”, diceva Giacomo Olivieri, marito di Maria Carmen Lorusso, rivolgendo minacce tipicamente mafiose al boss stesso, Japigia. La moglie dell'avvocato fu in effetti eletta con la lista di centrodestra Di Rella sindaco, la stessa al centro di un'altra indagine per cui sono a processo l’ex consigliera Francesca Ferri, il compagno Filippo Dentamaro e il presidente del Foggia calcio Nicola Canonico. Curiosamente, ma non troppo, il motivo per cui Francesca Ferri e gli altri sono stati processati, è lo stesso che ha portato alle indagini su Olivieri e consorte: scambio di voti tra politica e mafia. Ma torniamo a Lorusso, che una volta eletta risulta poi essere passata alla controparte politica, nelle file della maggioranza, governata dal sindaco in carica, Antonio Decaro, del Partito Democratico. Maria Carmen Lorusso, in tutta la faccenda, non ha fatto nulla per mantenere un profilo basso. Al contrario, sui profili social ha sempre osservato una condotta da influencer: party esclusivi, vacanze a Capri o in montagna, magnum di champagne sulle piste da sci, la classica gita in barca tra le isole greche, le belle cose e la bella gente. Il marito, Giacomo Olivieri, ha seguito la stessa traiettoria politica, passando da Forza Italia al centrosinistra, ma non è altrettanto glamour sui social. Il suocero, invece, il padre di Maria Carmen Lorusso, Vito, è un ex oncologo, ed è curioso osservare che anche l'ex consigliera, come il cantante Tommy Parisi, è figlia d'arte, in quanto anche il padre non solo è coinvolto nell'inchiesta attuale, ma era stato già condannato negli anni passati per concussione, peculato e truffa. Nello specifico, chiedeva soldi ai pazienti, malati di tumore, per saltare le code in ambulatorio. Visti i tempi di attesa nella sanità e la tragedia dei pazienti, un affare più che redditizio. Una vera e propria metodologia criminale, un intreccio di soldi e politica in cui l'appartenenza elettorale c'entra ben poco. Decaro, infatti, risulta innocente rispetto a tutta la faccenda. Come dichiarato in conferenza stampa il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi: "L’inquinamento elettorale è stato parziale e circoscritto e l’amministrazione comunale ha saputo rispondere bene. Abbiamo accertato l’insussistenza del coinvolgimento del sindaco Decaro". Lo scambio di voti riguarda unicamente i due indagati, ma nonostante questo il ministro dell' Interno Piantedosi ha nominato una commissione di accesso per verificare l'ipotesi di sciogliere il comune di Bari.
Quindi, come per le aziende che abbiamo citato prima, scatta l'ipotesi di commissariamento anche per il Comune di Bari, ma l'attuale sindaco Antonio Decaro non ci sta, e scrive un post di fuoco sui social, in cui accusa la politica di aver "firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari. Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune. L’atto - come un meccanismo a orologeria - segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese", prosegue il sindaco, "tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avv. Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra. Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia che in conferenza stampa ha detto testualmente: "l'amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata”, gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale". Non starò zitto, conclude il sindaco, fosse anche l'ultimo atto politico che compio. Dopo lo show del sindaco, il Viminale è stato costretto a emettere una nota, in cui si specifica che "l’accesso ispettivo, disposto ai sensi di specifiche previsioni di legge, a Bari come in altri diversi enti locali per analoghe circostanze, non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del Comune bensì ad un’approfondita verifica dell’attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che potranno offrire, in quella sede, ogni utile elemento di valutazione". Dello stesso parere anche i sindaci di Pesaro e Firenze, Matteo Ricci e Dario Nardella, così come la segretaria del PD, Elly Schlein, la quale ha commentato che è rimasta basita "rispetto alle modalità con cui il ministro Piantedosi ha annunciato la nomina della Commissione per la verifica dello scioglimento del comune di Bari". Ora, dopo la conferenza stampa in cui Decaro si è presentato in lacrime, dicendo di aver ricevuto anche minacce dai mafiosi che ha sempre combattuto, non resta che attendere gli sviluppi. Nell'attesa, potremmo rileggere "Lo spread dell'amore", per capire se le istruzioni per scegliere l'uomo giusto, o almeno non quello sbagliato, possono servire a qualcosa.