Code infernali al passo del Monte Bianco, in questi giorni. E no, non c’entra solo la frana che ha scosso la zona vicina al traforo del Frejus, provocando fisiologici rallentamenti al traffico. La causa destinata a diventare “strutturale”, per lo meno una volta all’anno, sono lavori di manutenzione che dureranno ben 18 anni, che le due società di gestione del tunnel, l’italiana e la francese, hanno deciso appunto di “spalmare” a intermittenza in un lunghissimo arco di tempo, così da non chiuderlo per un lasso unitario di tempo evidentemente eccessivo.
Il primo vero e proprio stop alla circolazione per lavori scatterà alle ore 17 del 4 settembre, per terminare alle 22 del 18 dicembre prossimo. Il piano ingegneristico che obbligato alle interruzioni si deve a due ordini di cause: da un lato, il ritrovamento, nel cantiere avviato nel 2021, di tracce di amianto (anche se, a quanto risulta, in quantità non pericolose per l’uomo); dall’altro, alla necessità di ammodernamento del traforo, con un mano più efficiente e meno ecologicamente impattante, per ripristinare avvallamenti venutisi a creare negli anni.
Una vera ristrutturazione, che però giunge in un frangente già difficile per la viabilità dell’area, data la mancanza del Tende e il conseguente sovraccarico del Frejus. Per ovviare in parte all’emergenza, il sito ufficiale del traforo ha pubblicato mappe con consigli su itinerari alternativi, così da far defluire meglio il traffico. Il primo è il tunnel del Frejus (una volta sia stata sistemata la frana). Il secondo è il tunnel del Gran San Bernardo e, fino alla caduta delle prime nevi, il Piccolo San Bernardo. Il terzo, naturalmente, è la tangenziale di Torino per congiungersi alla via verso Nizza e il mare.