Siamo uomini o caporali? Maltrattati e privati dei servizi essenziali come luce e acqua, costretti a lavorare in nero (e senza stipendio da mesi), senza cibo né vestiti. Sono queste le denunce dei lavoratori minorenni raccolte dal sindacato Uiltucs. Una storia di presunto sfruttamento, ma diversa dal solito. Sotto accusa le coop pontine Karibu e consorzio Aid gestite da suocera e moglie dell'onorevole con gli stivali, Aboubakar Soumahoro. Proprio lui, il deputato di Allenza Verdi e Sinistra nonché paladino degli ultimi e voce dei braccianti stranieri in Italia. Una rogna da cui il nuovo volto della sinistra prende le distanze (piangente) sui social: “Mi volete morto, da una vita lotto per i diritti delle persone”. E che si unisce all'imbarazzo per quei fondi raccolti come fondatore della Lega Braccianti e spesi, a detta degli ex soci, in maniera poco limpida. “Tu in albergo, noi nel fango”.
Intanto che difende la consorte Liliane Murekatete, sotto inchiesta per il suo ruolo all'interno di una delle due società coinvolte. “Mia moglie è attualmente disoccupata. Non ha nessuna cooperativa. Quando vorranno sentirla fornirà tutti i chiarimenti”. Peccato che i fatti raccontino ben altro.
Ebbene, se le due aziende sono entrambe presiedute dalla suocera, Marie Terese Mukamitsindo (tra le altre premiata nel 2018 come imprenditrice dell'anno da Laura Boldrini), in realtà è la moglie a guidarle come consigliere di amministrazione, assieme a un altro amministratore, pure lui ruandese, Michel Rakundo. D'altra parte basta dare un'occhiata al suo profilo Linkedin dove risulterebbe perfino presidente della Cooperativa Sociale Karibu (che nel 2021 ha ricevuto contributi a fondo perduto per 227 mila euro), e dal 2017. Non solo, figura anche come socia amministratrice della Venere The Wedding planer s.n.c. (operante in organizzazione di convegni e fiere).
A ogni modo le coop e anche Liliane Murekatete sono nell'occhio del ciclone da un pezzo, a partire dal 2017 con quel lancio di “K mare”, una linea di costumi e parei e kaftani realizzati dai rifugiati ospiti delle loro strutture. Iniziativa presa di mira come business da Casapound che attribuiva alla società 11 milioni di euro di ricavi. “Per una moda che ti veste ce n'è una che ti spoglia”.
Soldi che la donna giura di non aver mai intascato, anche se alterna facilmente selfie con vestiti e accessori griffati. Altra occasione per rivendicare la sua passione per il lusso: “Non prendo soldi da questa coop, ma ho avuto una vita precedente nella quale ho lavorato e mi sono potuta permettere abiti firmati. Siccome sono una donna di colore, non li posso indossare? Mi si accusa di averli comprati con i soldi della cooperativa? Vengano a vedere gli scontrini”.
Eppure gli stipendi cominciano a tardare, meno lo sfarzo di “lady Soumahoro”, che sempre Linkedin alla mano, vanta un curriculum ben lontano “dalla strada” così cara al compagno, e da disoccupata. Andiamo a vedere: dal 2003 al 2004 è già assistente parlamentare; in seguito e fino al 2008 è coinvolta nel piano del G8 per l'Africa. Poi per un anno assume la carica di vice portavoce per l'Africa del primo ministro, immaginiamo italiano, e ancora portavoce personale (nell'era Berlusconi), fino a lavorare a stretto contatto negli ultimi sette anni. Tutto questo, presumibilmente, per le sue brillanti attività nel business dell’accoglienza e forte anche della sua capacità multilingue. Parla infatti inglese, francese, spagnolo, italiano, portoghese, kinyarwanda (una lingua rwanda-rundi parlata in Ruanda) e swahili (diffusa in gran parte dell'Africa orientale, centrale e meridionale).
Intanto che spunta fuori anche quel selfie con Roberto Saviano, altro paladino dell'immigrazione a caldo del suo attico. Non a caso anche il nostro emerito rappresentante era corso a Catania per far sbarcare i profughi dalla Humanity 1. Probabilmente già avendo in mente dove collocarli, ossia nella coop della sua gentile signora. “Non appartengo alla politica liquida. Ho un'identità, sono la voce di 600 mila italiani che non riescono a curarsi. Non tentate di zittirmi”. Ecco, piuttosto Soumahoro farebbe bene a chiarire, anche per il bene del figlio. Altro che manipolazioni. Avanti coi carri.