Il prossimo marzo, dal 15 al 17, si terranno le elezioni presidenziali russe, in cui, pare, qualcuno oserà sfidare il potere di Vladimir Putin. Nelle ultime ore uno dei nomi più discussi è diventato quello di Boris Nadezhdin: 60 anni, nato a Tashkent nell’Uzbekistan sovietico, è un politico ed ex senatore della Duma (1999-2003) che è già stato definito come il “candidato anti guerra”. Se eletto Nadezhdin promette infatti di far finire la logorante guerra in Ucraina, che va avanti da ormai quasi due anni ("Putin ha commesso un errore iniziando l'operazione speciale" ha dichiarato) e soprattutto di far “andare via Putin”. Come tutte le cose che riguardano la Russia di questi tempi, ci sono in realtà alcuni dubbi e insinuazioni sulla bontà delle sue intenzioni, tanto che mesi fa, alcuni lo avevano definito come il “finto avversario”. Un candidato fantoccio, insomma, scelto e designato appositamente dal Cremlino, allo scopo di creare agli occhi dell’Occidente l’idea che in Russia ci sono, in effetti, elezioni libere e democratiche. Rispetto a queste insinuazioni, in passato lo stesso Nadezhdin aveva detto di essersi in realtà candidato spontaneamente, e del resto il fermento dei cittadini russi per sostenerlo, nelle ultime ore, sta risvegliando parecchio interesse. Ma può Nadezhdin candidarsi alle elezioni? Facciamo un passo indietro.
Per poter partecipare alle elezioni, in Russia, ogni candidato deve necessariamente raccogliere un numero minimo di 100.000 firme entro e non oltre il 25 gennaio. Essendo in questi giorni agli sgoccioli della scadenza, Nadezhdin ha espresso la volontà di ufficializzare la sua candidatura e ha esortato i cittadini a sostenerlo e soprattutto, a firmare per lui. Così, negli ultimi 3 giorni, a partire soprattutto dal 20 e 21 gennaio, migliaia di russi sono scesi per le strade di Mosca, San Pietroburgo, Ekaterinburg e molte altre città russe, così come presso altre città estere con forte presenza russa, fra cui Belgrado (Serbia), Tbilisi (Georgia), Erevan (Armenia) e Londra, per supportare la candidatura di Nadezhdin e firmare per lui. Le foto delle lunghe code, riportare da numerosi media russi antiputiniani, nonché da infiniti canali Telegram (forse non è noto, ma i russi amano informarsi e leggere notizie sui canali Telegram), in queste ore stanno facendo il giro del Mondo, dando l’idea che forse, la candidatura di Nadezhdin, potrebbe (ma è ancora presto per dirlo), rappresentare davvero un’alternativa a Putin. E del resto anche volgendo uno sguardo al passato, pare che i russi, in effetti, amino “stare in coda”, già che le code per ottenere qualcosa di importante erano un must anche nell’epoca sovietica. Ieri, i russi si incolonnavano davanti ai negozi alimentari sovietici, per ottenere l’ultimo pezzo di formaggio, il salame nazionale, o qualcosa di rimasto dagli scaffali, davanti alle indispettite inservienti dietro al bancone. Oggi invece, i russi si incolonnano per firmare per le elezioni, a migliaia, e cercare di cambiare il destino del Paese.
Da quanto riportato oggi dallo stesso Boris Nadezhdin, la “chiamata alle code”, pare aver funzionato tanto che stamattina ha dichiarato che sono state raggiunte le 100.000 firme necessarie e che non ha quindi alcuna intenzione di fermarsi, perché punta a raggiungerne anche 150.000. C’è dunque lo spiraglio di un nuovo destino per la Russia? Nadezhdin è un vero patriota che ama il suo Paese e vuole salvarlo, o solo l’ennesimo impostore? Staremo a vedere.