Durante l'incontro di preghiera con vescovi, sacerdoti, diaconi, consacrati e operatori pastorali nella cattedrale dello Spirito Santo a Istanbul, Papa Leone XIV ha dichiarato di vedere “nella cultura odierna e a volte tra gli stessi credenti un’arianesimo di ritorno, quando si guarda a Gesù con ammirazione umana, magari anche con spirito religioso, ma senza considerarlo davvero come il Dio vivo e vero presente in mezzo a noi". In questo senso Gesù sarebbe semplicemente “un grande personaggio storico, un maestro sapiente, un profeta che ha lottato per la giustizia”, una sorta di vecchio Che Guevara, ma in questo modo ci si dimentica quanto il Concilio di Nicea aveva sancito nel 325 d.C., e cioè che Gesù è “il Figlio di Dio presente in mezzo a noi, che guida la storia verso il futuro che Dio ci ha promesso”. In questo senso può aiutare appoggiarsi, ancora una volta, al grandissimo G. K. Chesterton: “Togliete il Credo di Nicea, e farete un qualche strano torto ai venditori di salsicce” (Eretici). A dimostrazione di quanto la questione sia concreta, essenzialmente e necessaria da affrontare. Un secondo assist, sempre da G. K. Chesterton, ci aiuta a definire l’arianesimo. In Ortodossia ha spiegato che l’arianesimo, nei primi secoli di vita del cristianesimo, era “sostenuto da tutti i poteri terreni che volevano rendere il cristianesimo troppo terreno”. Anche un altro papa, ai tempi solo cardinale, Benedetto XVI, aveva parlato del “nuovo arianesimo” che stava prendendo piede nella seconda metà del secolo scorso. E ciò che intendevano era esattamente quanto sottolineato da Chesterton.
Sostanzialmente un’idea di Cristo buona ai potenti perché completamente svuotata del potenziale realmente emancipatorio dato dalla sua divinità. Chi fa la rivoluzione? I potenti ci hanno insegnato a credere che siano i maestri del pensiero, gli ideologhi, a portarla avanti. E se questi ci deludono, ci resta qualche altra corrente a cui abboccare (così si passò dallo stalinismo al maoismo, per dire). Ma è proprio in questo che Gesù è diverso: Gesù non può deluderti, non delude mai. Al massimo, se ti impegni, puoi deluderlo tu. L’arianesimo è la dottrina secondo Gesù non sarebbe il Figlio di Dio, Avete presente quando in Chiesa si dice “generato e non creato della stessa sostanza del Padre?” Ecco, tutto il contrario. Le sostanze sono diverse: Dio ha sostanza divina, Gesù umana (e non a caso le parole ripetute in Chiesa fanno parte del “Credo Niceno-costantinopolitano”, successo al decreto contro l’arianesimo). Questa dottrina viene fatta risalire a un presbitero di Alessandria d’Egitto, Ario (III-IV secolo d.C.), ma con ogni probabilità la dottrina si sviluppò per decenni indipendentemente da lui.
E qui arriviamo al Papa, anzi ai due papi, e a Chesterton. Per Chesterton è fondamentale ricordare in che modo l’ortodossia (cioè, per farla facile, il cattolicesimo) sia diversa da tutte le altre dottrine concorrenti, le eresie. Mentre siamo portati a credere che l’eresia sia avanguardia, pensiero radicale e una corrente di pensiero nemica dei potenti, Chesterton ci spiega come proprio l’ortodossia a essere “rischiosa ed emozionante” come un romanzo. L’arianesimo, per esempio, verrà recuperato da Costantino, che lo tollererà ampiamente nel IV secolo, proprio perché si trattava di una dottrina diffusa tra i germani che, al tempo, rappresentavano la gran parte dell’esercito romano. Il cristianesimo, senza distinzioni di sorta, venne tollerato per realismo politico, per necessità strategica, più che per convinzione. Ma l’ortodossia fu fin da subito eccentrica rispetto alla banalissima pazzia legittimata dai potenti. “La Chiesa ortodossa non ha mai scelto di percorrere la via già battuta o di accettare le convenzioni; la Chiesa ortodossa non è mai stata conformista. Sarebbe stato facile accettare il potere terreno degli ariani. Sarebbe stato facile, nel XVII secolo calvinista, cadere nel pozzo senza fondo della predestinazione”.