Nelle ultime settimane centinaia di turisti in scalo a Malaga sono stati sedotti dai caroselli su Marbella, nota località della Costa del Sol (Andalusia). Ma all'arrivo nel paradiso spagnolo hanno scoperto uno scenario ben diverso dalla sperata terra promessa, ritrovandosi di colpo protagonisti di una sparatoria in un famoso locale della zona, Opium (l'epilogo è di ben quattro feriti per colpi di arma da fuoco, e una vittima accertata).
Questo perché Marbella è ormai sede della criminalità organizzata di mezzo pianeta, e quando le relazioni tra i gruppi malavitosi s’incrinano, le strade si riempiono anche di sangue.
Non a caso la zona è stata ribattezzata Costa del Crime, ed è quartier generale di ben 113 gruppi criminali diversi, provenienti da 59 nazioni. Una colonizzazione che ha innescato un fenomeno senza precedenti, con boss che si dividono traffici, stringono alleanze, e si godono il lusso della costa, come fosse la loro seconda casa.
E se un tempo le mafie in Costa del Sol mantenevano un profilo basso (l'invasione è iniziata durante il regime di Francisco Franco), negli ultimi tempi i boss sono stati raggiunti dai loro giovani "soldati", che giocano in un campionato diverso, e ostentano facilmente anche Ferrari e Lamborghini. Per cui sono aumentati non solamente i regolamenti di conti tra gruppi criminali, ma anche aggressioni e rapine a danno dei numerosi turisti, con metodi di tortura pericolosamente fantasiosi, tra cadaveri decapitati e vittime con fori praticati alle dita dei piedi.
Ma le diverse realtà criminali (dalla camorra napoletana alla mafia irlandese e russa, fino alla malavita inglese e le bande balcaniche) hanno anche trovato il modo di non pestarsi i piedi a vicenda, dividendosi il lavoro, e trasformando la Costa nel principale punto d'ingresso per i traffici di droga.
Questo mentre la polizia continua a lamentare la mancanza di risorse per far fronte alle organizzazioni mafiose più aggressive del pianeta. E così diventa fatalmente rischioso spalmare crema abbronzante tra feroci gangsters assettati di potere.