Massanzago caput mundi. Il paesello di circa 6000 anime sito in provincia di Padova è divenuto negli ultimi sette giorni l'epicentro dell'informazione italiana tutta. Come mai? Perché una ragazza, tale Francesca Guacci, ha raccontato al Gazzettino locale di essersi sottoposta, sei anni orsono, alla salpigectomia, un intervento chirurgico che prevede la chiusura delle tube e bye bye possibili maternità future. "Non voglio avere figli", dice lei, diventando da quel momento baluardo di un femminismo che a ben guardare si accontenta davvero di poco per hashtaggare le proprie lotte. Meno di 10K follower al momento della ferale (e interessantissima) dichiarazione alla stampa, oggi, grazie all'eco che le testate nazionali hanno voluto dare a tale essenziale racconto di vita vissuta, la ventotenne ne conta quattro volte tanti. E buon per lei. Mentre si accalcano grandi dibattiti sull'opportunità di intraprendere una scelta così definitiva a quell'età e tutti fanno a gara a chi tuba meglio sull'affaire, ci terremo umilmente a sibilinnare una semplice domanda: scusate ma... chissenefrega?
Vogliamo essere chiari, quindi brutali: se Guacci non avesse un fisico forgiato dal fuoco di mille squat, probabilmente ora non avremmo il cocente timore di aprire il frigo per paura che ci fuoriesca pure da lì. Ne avrebbe parlato il Gazzettino del paesello (a cui una con quasi 10K su Instagram deve essere sembrata un mezzo miracolo) e titoli di coda. Il suo corpo in bikini perizomato è la foto apertura (con gallery) che ogni sito sogna e finalmente eccoci qua a parlare di diritti delle donne. Questo tipo di storytelling, ossia l'esperienza di una qualunque tizia a caso deambulante sul nostro territorio, non è informazione: oltre a essere figlia del più bieco maschilismo da clickbaiting, non sposta assolutamente nulla nel grande dibattito sociale sulla condizione femminile nel nostro bel Paese. In tre parole: sono fatti suoi.
Non a caso, tutti si premurano a premettere, in articoli e post social acchiappalike che si tratta di "una scelta molto personale". Di conseguenza, impossibile da giudicare. Il risultato è che tutta Italia la stia giudicando in commenti al vetriolo o più benevoli (rare volte), visto che se la ritrova ogni secondo davanti al muso non appena s'affaccia su un social. Del resto, Francesca Guacci è la star della settimana: piovono interviste video di importanti testate che la cercano per farle raccontare il proprio zac zac chirurgico. Più sovraesposta di Miss Italia (ah, i bei vecchi tempi!) all'indomani dell'incoronazione, la ventottenne non ha un particolare talento che vada al di fuori della dedizione al fitness. È una come tante, è la trasposizione bona del vostro vicino di casa Carletto che, bell'e buono, un giorno decide di pigliare un megafono in mano e starnazzare per le strade del paesello quanto sia stata dura la propria vasectomia. Lo internereste coatto.
Francesca Guacci di Massanzago, invece, no. Lei è interessante, anzi fondamentale per l'empowerment femminile. Per quanto sia, basta dare un occhio al feed, la classica squinzia che hashtagga la parola "sostenibilità" (però in inglese) nella caption di una intensa foto lato B. Un modello? Un esempio? Ancora, no: semplicemente una che non vuole figli. Fa scandalo? Davvero? È poi così vitale parlare della scelta individuale di una tizia qualunque mentre il mondo versa sotto la minaccia di una guerra nucleare? Nessun problema, a tenerci aggiornati su questo restano sfavillanti memini con l'espressione basita di Bradley Cooper in Una Notte da Leoni.
Esprimere poi la sospensione di ogni giudizio, letteralmente esponendo ogni santo secondo una persona comune alla berlina dei social è la vigliaccata definitiva. Sono tempi duri. Tempi in cui qualunque tipo di fastidio diventa morbo, disturbo, possibilità di creare dibattito intorno al nulla. Ma con molto engagement. Dare una faccia ai concetti, alle lotte per i diritti è da sempre una buona cosa. Può davvero aiutare la gente a comprendere come l'affaire in esame sia reale, palpabile. Stiamo mettendo in evidenza l'acqua bagnata, l'ABC della comunicazione. Stavolta, alla questione della maternità che no, ovviamente non è un obbligo per noi tutte per quanto Fratelli d'Italia scalpiti per istituire la giornata nazionale della vita nascente, al posto di un volto abbiamo dato un culo. Andrebbero chiuse le tube, sì, quelle dei feed social di chi finge di combattere vecchi retaggi a colpi di chiacchiere e gnocca. Non si esce vivi dallo storytelling (ma solo se sei una vera bellezza), bellezza.