Mai come quest anno mi ritrovo a guardare più trasmissioni televisive del previsto, un po' per le pagelle e un po' per rimanere sul pezzo sto facendo il pienone di Rai, Mediaset, La7, Tv8, la Nove, Sky o Now, e non solo, per tutto ciò che riguarda la musica. Proprio perché in questo caso specifico, oltre ad alscoltare mi tocca anche guardare, sto notando errori non da poco. E qui tutte le reti sono coinvolte, senza distinzione tra tv nazionale, privata o streaming. Come si dice “the show must go on” quando ci sono errori in diretta, ma quando questi sono registrati e pre-montati come è possibile? Bisogna inevitabilmente fare alcune constatazioni, tra le più evidenti mi viene spontaneo dubitare delle reali selezioni rispetto ai concorsi (pubblici e non) e alle domande di ammissione per programmi in onda sulle principali emittenti. Tutti i maggiori portali per proporsi o per i bandi di concorso per diverse posizioni sono disponibili e visibili anche a chi non vuole candidarsi e lo sono anche i numeri di posti disponibili e le relative carenze per sedi e per scelte di ruoli, eppure le carenze evidenti.

Le domande di candidatura iniziano gradualmente ad avere sempre più limitazioni, anche solo nel poter avere un colloquio o una concreta opportunità di proporsi per i posti disponibili, e quali sono? Tanto per cominciare la selezione all'ingresso è peggio di Sanremo Giovani, perché nei concorsi del 2025 la media massima di età era tra i 26 e i 29 anni di età come limite e inoltre con la premessa che servisse un diploma di scuola superiore tecnico e senza necessità di Laurea o specializzazione, e cosa c'è di più assurdo? La lista di posizioni per le quali candidarsi include oltre 15 tipologie di ruoli e tutti completamente distanti tra di loro per competenze ed esperienze sul campo. Non è sbagliato proporre più libertà e scelta nell'iscrizione per quanto riguarda i ruoli, ma è molto sbagliato il target, se consideriamo che per lavorare in aziende di un certo calibro ci vuole tantissima gavetta e bisogna partire dal presupposto che l'età è quindi relativa alle esperienze acquisite e che un professionista con 5 anni di esperienza sul campo ne abbia di più rispetto ad un nuovo arrivato, ma a quel punto sarebbe sbagliato, perché se non si dà possibilità di iniziare a lavorare come si costruisce un curriculum? Diventa sempre un cane che si morde la coda. A quel punto la risposta sembrerebbe facile: investire sulla formazione e sullo stage di chi vuole davvero settorializzarsi e poi assumere a prescindere dall'età (sempre in certi limiti, questo è fisiologico proprio direi). Questa è la premessa per arrivare al punto: attualmente, tutte le trasmissioni che ho visto, sono montate male. E magari sono state girate anche tre mesi prima, ma è possibile che in tanti mesi non si sia fatto un montaggio decente? Che l'audio non sia sincronizzato? Che i banner con le info su cosa stiamo vedendo siano in ritardo o errati? Possibile che gli stessi sottotitoli vengano messi a caso o che continuino a cambiare le parole che sentiamo e che leggiamo? Mi pare surreale. E la causa, per me, è d aidentificare in un concetto semplice: troppa superficialità, tanto il pubblico medio non se ne accorge, proprio come per la musica.

Diciamoci la verità, la maggior parte delle persone che guardano la televisione in chiaro sono over 50, mentre un'altra parte recupera solo spezzoni sulle piattaforme di streaming a spizzichi e bocconi. In più la costanza di guardare per intero un programma è quasi ridotta a zero se si considera l'utilizzo del cellulare e, infatti, l'ascolto medio delle televisioni non è di certo con un sistema di Dolby Atmos. Ma, del resto, se una trasmissione fosse tanto ben fatta da tenerci incollati allo schermo e con le orecchie bene aperte non lo faremmo? Io penso proprio di sì, mentre se proponi low-quality anche il pubblico sarà di bassa qualità e non verrà mai educato all'attenzione e alla critica o al commento che non sia più di un tweet... Quindi, Signore e Signori della tv, possiamo pensare di selezionare davvero i professionisti che lavorano dietro le quinte e, magari, lucidare meno i pavimenti degli studi o consumare meno bollette per le luci? Io sono fiduciosa, spero che oltre al trucco e al parrucco, che è spesso la cosa migliore che si vede nei format, ci sia meno inganno nei palinsesti, spero in un barlume di spontaneità che non sia finalizzata solo ai tagli da pubblicare sui social e spero che, i veri professionisti ed appassionati di ogni settore, abbianno la reale opportunità di farsi avanti per il ruolo che meritano e che svolgerebbero al meglio. Del resto Mike Bongiorno sarebbe deluso da come oggi viene trattato il pubblico e la televisione stessa, dopo tanta fatica a portarla nelle case degli italiani. Dopo la fatica che ha fatto anche con la radio (su cui magari aprirò successivamente nuove parentesi), non facciamola diventare di nuovo un banale elemento d'arredo, usiamola per divulgare i giusti contenuti e la qualità che tutti meritiamo (e paghiamo con il canone, o sbaglio?). Alla prossima critica e “Allegria!” prima che inizi la stagione dell'allergia!
