La famiglia Poggi continua a lottare per ottenere giustizia per Chiara, la giovane vittima del terribile omicidio avvenuto il 13 agosto 2007. I genitori Giuseppe e Rita, insieme al fratello Marco, hanno formalmente deciso di costituirsi come "persone offese dal reato" in un nuovo procedimento giudiziario, un passo decisivo per contribuire alla verità sull'omicidio e sul possibile coinvolgimento di Andrea Sempio. Quest'ultimo, già indagato per l'omicidio in passato, è stato nuovamente chiamato in causa dalle indagini riaperte dalla Procura di Pavia. L’obiettivo della famiglia Poggi è chiaro: ottenere una completa chiarezza su quanto accaduto quella notte di agosto e sul ruolo di Sempio, che dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, l’unico condannato per l'omicidio di Chiara, continua ad essere una figura controversa nelle indagini. Gli avvocati della famiglia, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, hanno sottolineato l'importanza di conoscere tutte le prove emerse dal processo che ha portato alla condanna di Stasi, nella convinzione che questo possa accelerare il chiarimento della posizione di Sempio. Ma non finisce qui, perchè il Procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, ha comunicato che esistono dei “campioni biologici” o “reperti” legati al caso di Chiara Poggi che non sono mai stati sottoposti a test genetici né comparati con il DNA di Andrea Sempio. La notizia arriva con una dichiarazione ufficiale, in cui si segnala che la pm Valentina De Stefano e l’aggiunto Stefano Civardi hanno presentato al gip di Pavia una richiesta di incidente probatorio per procedere con nuove analisi. Questi reperti, che non sono stati distrutti come indicato dalla Corte d’assise d’appello di Milano nel 2022, risalgono ai processi precedenti, in cui i risultati delle indagini erano risultati incerti o inconcludenti. Ora, grazie ai progressi nelle tecnologie di analisi del DNA, questi campioni potrebbero essere riesaminati con nuovi kit e strumenti di laboratorio più avanzati. Chiara Poggi è stata uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007 e, dopo un lungo processo, l’allora fidanzato Alberto Stasi è stato condannato definitivamente a 16 anni di reclusione per il suo omicidio.


La famiglia Poggi, attraverso i propri legali, potrà partecipare attivamente agli accertamenti scientifici, tra cui il confronto tra il DNA di Sempio e le tracce genetiche rinvenute sulla vittima. Non solo, ma avranno anche la possibilità di assistere agli esami delle impronte digitali, dell’impronta di scarpa "a pallini" e ad altre operazioni irripetibili, a seconda delle decisioni della Procura. Nel frattempo, gli avvocati della famiglia non mettono in discussione la condanna definitiva di Stasi, ma continuano a chiedere la verità su quanto accaduto realmente quella notte. Andrea Sempio, infatti, è stato archiviato due volte (nel 2017 e nel 2020), ma la nuova riapertura del caso ha ridato speranza alla famiglia Poggi di arrivare finalmente a una verità completa. Con questa mossa, la famiglia Poggi non si limita a essere spettatrice, ma assume un ruolo attivo nell'indagine, sperando che l’approfondimento delle prove e delle indagini possa finalmente dare una risposta definitiva e mettere a fuoco la responsabilità di chiunque abbia avuto un ruolo nell’assassinio di Chiara.

