Il caso Chiara Poggi continua a generare controversie processuali mentre l'analisi medico-legale di Pasquale Bacco offre nuovi presunti dettagli sull’omicidio della giovane avvenuto il 13 agosto 2007. Secondo l'esperto, le ferite riscontrate sul corpo della giovane si concentrerebbero “prevalentemente sulla testa e solo in parte sugli arti superiori”. Per lui l'analisi di tipo medico-legale farebbe supporre un quadro sempre più difficile da leggere. A suo dire la vittima sarebbe stata “malmenata e colpita più volte al viso, all'altezza del cuoio capelluto e alle braccia”. A seguire, l'esperto sostiene che: “Le lesioni alla testa sono da percussione e taglio. Le percosse risultano di diversa intensità e diffuse, in particolare all'altezza delle tempie, degli zigomi e degli occhi, soprattutto quello destro”. Nella sua osservazione, il medico continua con altre presunte rivelazioni piuttosto importanti. Tra le altre, quella secondo cui le percosse sarebbero da considerare addirittura come “ampiamente precedenti rispetto alle lesioni da taglio”. Procedendo con l'analisi, Bacco ipotizza quindi che la volontà dell'omicida di Chiara Poggi non sarebbe stata quella di “ammazzarla subito”. E a seguire, sempre nel suo articolo, il dottore sottolinea e spiega anche perché quelle stesse ferite da percosse sarebbero state “provocate da mani diverse”. Ciò si intuirebbe, afferma, “dalle ampiezze, che derivano certamente da mani di diversa grandezza" e "dalla profondità e quindi dalla forza utilizzata”.

Sempre su Giallo, il settimanale diretto da Albina Perri, il dottore afferma che le due palpebre superiori di Chiara Poggi presenterebbero “segni di estrema crudeltà”, i tagli perfettamente simmetrici sulle palpebre testimonierebbero “la malvagità di chi li ha realizzati”. Bacco: “Chi ha sottoposto la ragazza a queste sevizie, con molta probabilità ha deciso di farlo poco prima che Chiara morisse, accanendosi su di lei nella fase finale dell'aggressione”. Usa queste parole il medico legale. Particolare attenzione anche per la lesione sulla guancia destra della vittima. Per il dottore la ferita si presenterebbe in asse con altre presenti più in alto sul volto e ciò farebbe intuire, stando al giornale, che la presunta arma “abbia colpito solo in maniera occasionale la guancia della vittima”. Intanto, mentre si cerca di gettare luce sulla dinamica dell'omicidio, sul fronte processuale, come vi avevamo già raccontato qui, si registrano nuove tensioni tra la Procura di Pavia e la famiglia della vittima. Al centro del confronto-scontro: la cosiddetta 'impronta 33' fuori dall'incidente probatorio. Tema sul quale anche il legale della famiglia Poggi, Gianluigi Tizzoni, era intervenuto: “Il Codice prevede che la Procura debba fare delle indagini anche nell'interesse dell'indagato. La Procura di Pavia le ha estese anche nell'interesse del condannato ma non accoglie le richieste della persona offesa”. Un caso, quello di Garlasco, che continua a generare domande e riflessioni su ogni punto.