Gli inquirenti della Procura di Pavia sono convinti che la presenza del dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi non sia dovuta alla tastiera del “pc di famiglia” né ad altri oggetti toccati nella villetta di Garlasco. Secondo gli investigatori, il materiale biologico dell’amico di Marco Poggi non può essere il risultato di un contatto indiretto, ma deriverebbe da un’interazione diretta con la vittima poco prima del delitto. A supporto di questa ipotesi, il dna di Sempio è stato individuato insieme a quello di un “ignoto 2”, mentre risulta assente quello di Alberto Stasi e dei familiari della ragazza.

Questa conclusione ribalta la ricostruzione della Procura di Pavia del 2017, che aveva archiviato il caso sostenendo che il DNA fosse troppo esiguo e degradato per un confronto affidabile. Tuttavia, il nuovo gruppo di magistrati, guidato dal procuratore Fabio Napoleone, ritiene il campione idoneo, e il genetista Previderé ha già identificato con certezza il profilo genetico di Sempio, escludendo la possibilità di un trasferimento indiretto. La difesa di Sempio, supportata dall’ex generale dei RIS Luciano Garofano, contesta questa ricostruzione. Anche Gian Luigi Tizzoni, avvocato della famiglia Poggi, si mostra scettico, sottolineando che "si tratta del settimo tentativo di Stasi" e che già quaranta magistrati hanno valutato il caso, concordando sulla sua colpevolezza. Nei prossimi giorni, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano procederanno con nuove audizioni di amici e parenti. Adesso il compito più complesso sarà per i pm Stefano Civardi e Valentina De Stefano, che dovranno ricostruire movimenti, orari ed eventi accaduti 18 anni fa.

Gianluigi Nuzzi, in un’inchiesta su La Stampa, si concentra su un'intercettazione tra Andrea Sempio e suo padre Giuseppe, registrata nel 2017, che apre nuovi interrogativi: il giovane è stato avvisato sugli sviluppi delle indagini? L’elemento chiave è lo scontrino-alibi, che per la difesa collocava Sempio a Vigevano, lontano dalla scena del crimine. Tuttavia, padre e figlio forniscono versioni contrastanti sulla sua scoperta. «Ne abbiamo cannata una», ammette Andrea al padre, preoccupato per l’incoerenza nelle loro deposizioni. Gli inquirenti trovano sospetto il loro imbarazzo per un dettaglio apparentemente marginale e ipotizzano che qualcuno possa aver informato Andrea sugli atti investigativi. Nuzzi evidenzia anche un altro dettaglio: la madre di Sempio, Stefania, quella mattina sarebbe uscita di casa intorno alle 8:15 per delle commissioni. Un’informazione che, se verificata, potrebbe aggiungere un ulteriore tassello alla complessa ricostruzione della vicenda.
