In un’estate che sembra fatta apposta per riesumare ossessioni e fantasmi, torna a galla sempre con più prepotenza il caso del delitto di Garlasco. Chiara Poggi, 26 anni, uccisa nella villetta di famiglia il 13 agosto 2007. E di nuovo, lui: Alberto Stasi. Il fidanzato condannato a 16 anni, oggi in semilibertà. Ma a riaccendere i riflettori non è un nuovo colpo di scena investigativo. È una vecchia pista, sepolta e grottesca, che rimbalza fuori come un mostro fuori tempo massimo: quella dei suicidi sospetti e del satanismo. A stroncare sul nascere questa deriva da fiction ci pensa Roberta Bruzzone, criminologa e volto noto della TV, che in un post al vetriolo spara dritta: “Che la pista del satanismo e dei suicidi fosse ‘stravagante’ mi è sempre stato chiarissimo. Ma che tutto partisse addirittura da una denuncia dell’avvocato Bocellari – cioè l’avvocato di Stasi – è la notizia più sconcertante”. Il colpo di scena? Dentro quella denuncia, si parla di un veggente. Sì, un veggente.


La Bruzzone non la manda a dire: i suicidi citati non sono avvenuti tutti a Garlasco, e persino la stessa Bocellari scrive chiaramente nella denuncia che non esistono elementi per collegarli all’omicidio Poggi. “Un guazzabuglio surreale – attacca la criminologa – che riapre ferite nei familiari di queste persone, che si sono tolte la vita per motivi personali, e che ora vengono additati, senza uno straccio di prova, come satanisti o complici di un assassino fantomatico”. Sotto accusa, nemmeno troppo velatamente, anche alcune testate giornalistiche che cavalcano la suggestione nera. “Si ipotizza che queste persone si siano tolte la vita per proteggere un oscuro segreto? Siamo alla follia”, conclude Bruzzone. Più che una pista, secondo la criminologa una sceneggiatura sgangherata. E intanto, la verità su Chiara resta dove è sempre stata: chiusa in quella villetta, dietro una porta socchiusa, sotto un sole di agosto.

