Maria Campai non è stata l’unica e neanche la prima. Altre, tante donne, sono state contattate dal ragazzo diciassettenne che l’ha uccisa, ma che fortunatamente non sono state aggredite. Maria si è recata nel luogo in cui ha visto la morte, a Viadana in provincia di Mantova, per un incontro sessuale a pagamento dopo la conoscenza fatta sui siti di incontri. O magari anche loro sono state in qualche modo aggredite, e come spesso accade nel mondo della prostituzione hanno preferito rimanere in silenzio. Niente denuncia medicazione delle ferite in ospedale per evitare di fornire spiegazioni, insieme alla paura di dover magari rivelare di non essere in regola con i documenti di soggiorno.
Il ragazzo, terzogenito di una coppia originaria dell’Albania, ha ucciso Maria strangolandola con una mossa da wrestling e colpendola con pugni in tutto il corpo, massacrandola nel garage dell’abitazione di famiglia, per poi nascondere il corpo privo di vita sotto foglie e arbusti nel giardino di una vicina villa disabitata. Alla base della violenza, forse, una lite sui soldi. 350 euro invece dei 200 pattuiti. Al momento, da parte degli insegnati del ragazzo, non risultano segnalazioni per comportamenti violenti o minacciosi. Infatti viene dipinto come uno studente rispettoso. Al momento, stando a quando stabilito dagli inquirenti, non ci sarebbe nessun coinvolgimento o complicità da parte dei genitori del ragazzo. Tanto che dopo l’assassinio aveva ripreso la sua routine come se nulla fosse...