Ma cosa ha lasciato la strage di Paderno Dugnano alla comunità del luogo, soprattutto ai più giovani? Un grande senso di spavento. “Se ne parla… se ne parla ancora tanto in giro, certo. Più che altro qualcuno è rimasto in fissa, la storia dell’oppresso e dell’estraneo, quelle cose lì”. Ovvero, dopo l’arresto, Riccardo, diciassettenne autore dell’omicidio del fratellino e dei genitori, ha confessato ai magistrati che lo hanno interrogato di aver commesso quel terribile gesto perché si sentiva oppresso dalla famiglia ed estraneo al mondo. Per elaborare quanto accaduto, e che ha stravolto la città, il Comune ha fissato un calendario di incontri per aiutare le famiglie a capire i figli adolescenti e pre-adolescenti. Alice Rossetti, assessora alle Politiche sociali e alla Scuola: “Alle serate già fatte, aperte a tutti i genitori, c’era la sala strapiena. Il messaggio che vogliamo far passare è che qui non esistono mostri. Ci sono le persone. I ragazzi, gli adulti, i bambini, i nonni. Agli adolescenti in particolare vogliamo dire: c’è sempre un adulto pronto a ascoltarvi, parlatene, tirate fuori, sempre”.
La sindaca Anna Varisco: “All’inizio abbiamo cercato di gestire il trauma, ora proviamo a entrare nelle pieghe del problema con un’azione più a lungo termine”. Questo il racconto della mamma di una ragazza: “In mezzo alle chiacchierate venivano fuori domande così: ma quindi mio fratello può farmi del male? Cosa devo fare se provo rabbia verso i miei genitori?”. E ancora: “Mia figlia fa la quinta elementare e in tv era rimasta impressionata”. Nel frattempo Riccardo si trova in carcere a Firenze, dove ha appena compiuto diciotto anni, e da dove chiede di essere aiutato. A rapportarsi con le famiglie di Paderno ci saranno Cristina Veronese (Scienze Pedagogiche) e Alberto Pellai, esperto di età evolutiva. In questi incontri verranno messi al centro lo sviluppo morale, la cooperazione in età scolare, il ruolo educativo degli adulti e l’adolescenza.