"Penso a Liliana 25 ore al giorno. Dovevamo rifarci una vita, ma qualcuno ha spento la luce prima". Claudio Sterpin, l’uomo che ha scoperchiato il vaso di Pandora nel caso Resinovich, torna a parlare. A poche ore dall’incidente probatorio decisivo, dove verranno esaminati reperti chiave - scarponcini, cordino, peli, tracce biologiche - lui sgancia un’altra bomba: "Liliana e io eravamo tornati amanti. Lei voleva mollare Sebastiano e raccontare tutto. Lui sapeva. E ci controllava". Nessuna timidezza, nessun mistero. L’ex maratoneta non si nasconde più. Racconta di confidenze intime, piani precisi, atti mancati per un soffio. "Saremmo dovuti andare via insieme il 17 dicembre 2021. Doveva essere il nostro weekend, il nostro inizio. Ma il 16 Liliana è sparita". E ancora: "Io avevo appena perso mia moglie, lei si sentiva finalmente libera. Si era fatta avanti. Avevamo un progetto, ma è stato distrutto". Poi il passaggio più feroce: "Liliana mi parlava delle sue infedeltà coniugali. Non era più una coppia con Sebastiano da anni. Lui lo sapeva e la controllava. Anche al telefono. Ora deve raccontare la verità. È ora di finirla con i silenzi".

Sterpin non si risparmia: dalla spiaggia per nudisti dove Liliana e Sebastiano si tuffavano “nudi e felici”, alla casa troppo cara da cui lei voleva trasferire il marito, "sistemarlo altrove" prima di chiudere il capitolo. "Ci comportavamo da marito e moglie, negli ultimi mesi. Lei non sarebbe più tornata a casa". Infine, la stoccata definitiva: "L’ultima donna con cui ho avuto rapporti, oltre a mia moglie, è Liliana. Per tutto il 2021 siamo stati noi. E quello che ho detto pubblicamente, lei lo avrebbe approvato. Ma ora Sebastiano deve mettersi una mano sulla coscienza: la verità sta venendo fuori a pezzi, e lui ne ha troppi in mano". Mentre i periti iniziano a passare ai raggi X ogni centimetro dei reperti legati al corpo di Liliana - scarpe, corde, capelli - la domanda è sempre la stessa: dove finisce l’amore, e dove inizia il sospetto? Per Sterpin, è chiaro: “Io so cosa Liliana voleva. E non era restare zitta”.
