Emergono nuovi elementi nel contesto delle indagini sull'omicidio di Pierina Paganelli, la donna uccisa a Rimini in via del Ciclamino. Questa volta, al centro dell'attenzione ci sono alcune annotazioni scritte a mano da Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva, il 35enne senegalese attualmente detenuto con l’accusa di essere il responsabile del delitto. Gli appunti, raccolti in un block-notes e su vari fogli sparsi, sono stati sequestrati dalla squadra mobile nel luglio dello scorso anno, durante la perquisizione dell’abitazione della coppia, avvenuta contestualmente all’arresto dell’uomo. I contenuti del taccuino rivelano un mix di rabbia, dolore personale e, secondo gli inquirenti, possibili tentativi di orientare le dichiarazioni del marito. In particolare, nel fascicolo d’indagine sono stati inseriti scritti che mostrano un chiaro risentimento nei confronti di Manuela Bianchi, vicina di casa della vittima ed ex amica di Valeria. Al centro di questo risentimento, la presunta relazione extraconiugale tra Louis Dassilva e la Bianchi, che avrebbe profondamente ferito la Bartolucci. Uno dei messaggi più significativi, ritrovato tra gli appunti destinati al marito, esprime con chiarezza lo stato d’animo di Valeria in seguito alla scoperta del tradimento: “Oggi mi hai spezzato il cuore per la seconda volta. Senza motivo. Non lo meritavo”. Parole che lasciano trasparire un forte senso di delusione e amarezza, oltre a un legame con il contesto emotivo in cui si è consumata la vicenda. Ma gli scritti non si fermano alla sola espressione del dolore. In diversi passaggi, Valeria sembra voler suggerire al coniuge come rispondere a eventuali domande poste da giornalisti o, possibilmente, dagli inquirenti. Un’ipotesi che gli investigatori non escludono, considerando anche la forma scritta scelta per comunicare tali pensieri, probabilmente per evitare il rischio di intercettazioni ambientali.

Accanto a una serie di domande, compaiono infatti frasi che potrebbero essere interpretate come indicazioni su cosa dire in risposta a temi delicati legati al caso. Tra queste, una in particolare ha attirato l'attenzione degli inquirenti: “C’è stata o non c’è stata una relazione con Manuela Bianchi?”. Alla quale segue una risposta già formulata: “Io non la definirei una relazione, piuttosto una buona amicizia. Non c’è mai stato un coinvolgimento emotivo da parte mia né tantomeno una relazione carnale”. Una formula che, secondo gli investigatori, sembra costruita per sminuire l’eventuale legame tra Dassilva e la vicina, cercando di attenuare la percezione di un possibile movente. L’intero contenuto del block-notes è stato ora acquisito come possibile elemento d’interesse nelle indagini. Non si tratterebbe, almeno per il momento, di prove in senso stretto, ma piuttosto di spunti investigativi che potrebbero contribuire a delineare meglio il contesto relazionale e familiare attorno alla figura dell’indagato. In particolare, gli investigatori stanno valutando se questi appunti possano avere avuto un ruolo nel condizionare le dichiarazioni di Dassilva nei giorni successivi al delitto. La posizione di Valeria Bartolucci non risulta al momento formalmente coinvolta nell’inchiesta come indagata, ma la sua vicinanza alla vittima, il legame personale con Manuela Bianchi e il rapporto con il marito accusato, la pongono in una posizione che gli investigatori stanno cercando di comprendere più a fondo. Il caso resta complesso e sfaccettato, intrecciando relazioni personali, dinamiche di vicinato e possibili moventi passionali. Gli inquirenti proseguono con l’analisi dettagliata di ogni elemento emerso, mentre la comunità di via del Ciclamino continua ad attendere risposte su una vicenda che ha scosso profondamente il quartiere e l’opinione pubblica.
