Via del Ciclamino 31, periferia di Rimini. Qui, la sera del 3 ottobre 2023, Pierina Paganelli, 78 anni, è stata uccisa con 29 coltellate nel sottoscala del condominio dove viveva. Vicino al suo appartamento c’è quello di Louis Dassilva, trentaquattrenne senegalese ora in custodia cautelare. La Procura lo ritiene l’assassino. Ieri, martedì 11 febbraio, gli investigatori sono tornati in quella strada: venti agenti di Polizia, accompagnati dal sostituto procuratore Daniele Paci. C’erano anche gli avvocati della difesa, quelli dei figli della vittima e della nuora, Manuela Bianchi. È stato fatto un esperimento probatorio cruciale. Alle 22.10 di quel 3 ottobre, una telecamera di videosorveglianza, la “cam3” di una farmacia vicina, aveva ripreso una figura dirigersi verso il portone del condominio. Per gli inquirenti, quell’uomo è Dassilva. Ma un vicino, Emanuele Neri, aveva dichiarato di riconoscersi nel video. Entrambi sono stati fatti sfilare davanti alla telecamera, in condizioni di luce ricostruite per essere identiche a quelle della sera del delitto. Dalle 15, prove preliminari; alle 18, con il buio, alcuni lampioni recenti sono stati oscurati. Alle 20, la camminata decisiva: il momento clou, quando le condizioni ambientali erano perfettamente sovrapponibili a quelle del 3 ottobre, nonostante il tramonto più tardo rispetto a febbraio. L’incidente probatorio è decisivo. Il filmato di “cam3” è la prova più importante per il pm Paci e la squadra mobile, che vedono in Dassilva l’uomo ripreso mentre tornava nel condominio, forse dopo aver nascosto l’arma. Il trentaquattrenne, però, ha sempre negato di essere uscito di casa quella sera. La moglie, Valeria Bartolucci, sostiene che fosse andato a dormire. Eppure, dettagli emersi dalle indagini lo inchiodano: una postura particolare durante la camminata, con un braccio leggermente estroflesso, visibile sia nel video del 2023 sia ieri. Dassilva indossava una maglietta bianca, Neri una scura, per replicare ogni dettaglio. I risultati ufficiali arriveranno il 28 aprile, ma gli inquirenti, a una prima analisi, sembrano fiduciosi: il filmato di ieri, con Dassilva, pare ricalcare quello della sera del delitto.
Il movente, secondo la Procura, è chiaro. I rapporti nel condominio erano tesi: Pierina, la nuora Manuela Bianchi, il fratello di lei e Dassilva erano invischiati in dinamiche complesse. Tra queste, una relazione extraconiugale tra Bianchi e il trentaquattrenne. Le indagini hanno poi rivelato altri elementi: Dassilva era connesso a Netflix fino a pochi minuti prima dell’omicidio, avvenuto alle 22.12. Il suo telefono, inoltre, era stato messo in pausa dalle 21.55 alle 22.38, proprio mentre Pierina veniva aggredita, poco dopo le 22.10. I legali di Dassilva, che avevano fatto ricorso in Cassazione per ottenerne la scarcerazione, attendono il verdetto del Tribunale del riesame. Ma se l’esperimento confermerà che la figura di “cam3” è lui, la sua posizione si aggraverà.