Più di un anno è trascorso dall’omicidio di Pierina Paganelli, e il caso si complica ulteriormente con le dichiarazioni di Manuela Bianchi, nuora della vittima. La donna, indagata per favoreggiamento, ha affermato durante un lungo interrogatorio che la mattina del ritrovamento del cadavere della 78enne, Louis Dassilva, ex amante e unico indagato per il delitto, l’avrebbe incontrata nel garage per raccontarle della presenza del corpo della donna. Tuttavia, Dassilva nega ogni coinvolgimento, sostenendo che quella mattina non fosse presente sul luogo del delitto. La procura di Rimini sta valutando la possibilità di un incidente probatorio, un confronto diretto tra i due per chiarire chi stia dicendo la verità. Intanto, la criminologa Roberta Bruzzone, che sta seguendo la difesa di Dassilva, porta avanti la sua battaglia per smontare ogni accusa nei confronti dell’uomo. In un’intervista al Resto del Carlino, la Bruzzone ha criticato le ultime mosse della procura e i primi esiti dell’incidente probatorio, sottolineando che, secondo i periti, l’uomo filmato dalla telecamera di sicurezza non sarebbe Dassilva, ma un’altra persona. Inoltre, ha messo in dubbio la credibilità delle dichiarazioni della Bianchi, che secondo la criminologa non sarebbero supportate da prove concrete. "Siamo abituati a scontri frontali, ma fino ad ora sono andati tutti a nostro favore", ha detto la Bruzzone, minimizzando l’importanza delle testimonianze della nuora.


La criminologa ha inoltre sottolineato che non sono emersi elementi scientifici che colleghino Dassilva al delitto, né tracce sul corpo di Pierina né sulle chiavi di casa della vittima. Anche riguardo all’assenza di attività dei dispositivi durante il delitto, la Bruzzone ha spiegato che Dassilva era a casa e quindi non aveva motivo di usare il telefono. Nonostante ciò, la testimonianza di Manuela Bianchi, che colloca Dassilva nel seminterrato della casa di via del Ciclamino al momento del ritrovamento del corpo, continua a scuotere le indagini. La criminologa, tuttavia, è convinta che questa testimonianza non incida sull’innocenza dell’uomo. Le indagini, intanto, sono in fase di evoluzione, con l’attenzione della procura rivolta anche a nuove perizie, inclusa l'analisi dell’audio della telecamera nei sotterranei. La Bruzzone, che non esclude ulteriori incidenti probatori, è fiduciosa che il suo cliente possa essere scagionato e non esclude di richiedere la scarcerazione di Dassilva una volta esaminate le motivazioni della Cassazione. In un altro caso che ha attirato la sua attenzione, quello della morte di Liliana Resinovich, la criminologa ha commentato la questione della scomparsa delle chiavi di casa della donna. Secondo la Bruzzone, è possibile che Liliana abbia dato le chiavi a qualcuno di cui si fidava, suggerendo un possibile coinvolgimento di una persona conosciuta nella sua morte. Sebbene questa rimanga solo una delle tante ipotesi, la criminologa ha sottolineato come siano necessari ulteriori scenari per poter arrivare alla verità.

