Novità inattese scuotono l'indagine sull'omicidio di Chiara Poggi, con i genetisti che ora si concentrano su una traccia finora trascurata: il campione 113565, rinvenuto sull'acetato 13 e localizzato sulla superficie interna dell'anta fissa della porta della cucina. Nonostante il consulente della famiglia Poggi, il genetista Marzio Capra, abbia espresso scetticismo, definendola "L’unica traccia che verrà approfondita relativamente agli ‘acetati’, e da cui a mio avviso nulla o nulla di più potrà essere rilevato, è il Campione 113565 (si tratta di un quarto di una cellula relativamente alla concentrazione, ossia il nulla) relativo all’acetato 13 con un quadruplice contatto già di nessuna utilità né dattiloscopica e neppure giuridica, rilevato sulla superficie interna dell’anta fissa della porta della cucina", questa debolissima impronta è ora al centro delle nuove analisi. Sorprendentemente, restano escluse le ben più discusse impronte 33 (legata forse ad Andrea Sempio) e 44 (trovata vicino a quella dell'attuale indagato), che pur restando sotto l'attenzione degli investigatori, non rientrano nei campioni para-adesivi dell'incidente probatorio. Questa scelta, che privilegia una traccia così flebile, sta già alimentando il dibattito e potrebbe riaccendere le discussioni sull'orientamento e l'efficacia delle indagini in corso.

La traccia che potrà dare informazioni migliori
L'altro consulente della famiglia Poggi, Dario Redaelli, aggiunge sempre a Fanpage.it nuovi dettagli su queste indagini che continuano a tenere banco. "Questi nuovi accertamenti fanno parte del quesito dell'incidente probatorio. Tra le varie tracce che sono state campionate e successivamente esaminate, a quanto pare, questa è quella che potrà dare informazioni migliori. Immagino che i periti approfondiranno quello che hanno trovato sugli acetati". E poi aggiunge, quasi a frenare facili entusiasmi: "Non mi sembra si tratti di una novità, è un'attività che rientra nell'ambito dell'incidente probatorio". Resta da capire se questa impronta, dopo ben 18 anni, potrà finalmente essere attribuita. Certo è che l'impronta 10, quella che ha sempre destato il maggiore interesse perché trovata nel 2007 nella parte interna della porta d'ingresso della villetta di Garlasco, non verrà mai attribuita. Su questa, infatti, "è certo che non ci sia nessun materiale genetico", e la sua origine "resterà un mistero". Secondo fonti di Fanpage.it, questi accertamenti avrebbero unicamente ragioni investigative: si cerca di capire se appartiene a qualcuno che era in casa nel momento dell'omicidio.
