Chiara stava forse scavando in qualcosa di oscuro? Una delle due cugine gemelle, Paola, dopo il delitto, ha confessato di aver subito molestie da bambina. Una pista inquietante che forse…
Una storia scomoda…
Nel 2007 non c’erano smartphone ovunque. Internet era lento, costava, e l’informazione non era on demand. Forse è per questo che Chiara Poggi salvava articoli e inchieste su una chiavetta USB: una raccolta personale, fatta di PDF, ritagli digitali e documenti. Quella chiavetta è stata sequestrata dopo il delitto, copiata dal RIS e analizzata nel processo contro il fidanzato Alberto Stasi. Ma è solo con l’attività di carving, lo “scavo” digitale, che sono emersi i file più interessanti. Quelli che Chiara aveva cancellato. Lo racconta il settimanale Giallo in un articolo del giornalista Gianluca Zanella, in cui mette in fila uno scenario che oggi fa venire quasi la pelle d’oca. Perché i file salvati, e poi eliminati, parlano di pedofilia, abusi, droga, omicidi irrisolti. Una curiosità? Forse. Ma forse no. L’8 giugno 2007 Chiara salva tre file dal titolo Pedofili 1, 2, 3, tratti da un’inchiesta della rivista D. Due ore dopo, salva Anoressia 1, 2, 3: un altro approfondimento sui traumi infantili. Il 12 giugno salva Abusati.doc, un articolo di Concita De Gregorio sugli abusi nella Chiesa. E sempre quella mattina, alle 6:30, scarica Coca cattiva, dove lo psichiatra Furio Ravera scrive: “Il rapporto fra chi delinque e la cocaina è pericoloso per la capacità di liberare aggressività e comportamenti sadici”. Parole che oggi suonano sinistramente vicine al destino di Chiara.


Ma non è tutto. Lo stesso giorno, Chiara salva Omicidi senza colpevoli, un articolo dove si legge: “Assassini che convivevano con il rimorso ora tremano. Basta una particella di sangue o sudore per far riaprire un processo”. Premonizione? Coincidenza. Il primo luglio Chiara salva Ragazze sconnesse, un’inchiesta sul sesso meccanico, svuotato di ogni valore. Poche settimane dopo, sarà trovata morta nella villetta di via Pascoli. E poi ci sono le ricerche apparentemente “strane”: le gang femminili in America Latina, la Columbine High School, Marilyn Manson. Per Luigi Grimaldi, giornalista d’inchiesta ed ex autore de Le Iene, queste ricerche potrebbero indicare un contatto con una setta. Ma non tutti concordano. Forse era solo curiosità. Forse no. Infine, un dettaglio rimasto ai margini: due giorni dopo l’omicidio, la cugina Paola Cappa racconta ai carabinieri di essere stata molestata a 9 anni. Parla spontaneamente, senza essere interrogata su questo. Dice di averlo confidato solo al suo ex, che però non conosce l’identità del pedofilo. Lo stesso ex confermerà tutto. Eppure Chiara e Paola avevano ripreso a frequentarsi da poco. Aveva forse Chiara iniziato a indagare? Stava cercando la verità per aiutare qualcuno? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che sulla sua chiavetta restano tracce di una mente lucida, curiosa, capace di mettere insieme dettagli che altri ignoravano. Una mente che, forse, era arrivata troppo vicina a una verità scomoda. E pericolosa.

